TREGENDA INTERVISTA CON GIUSEPPE COPPOLA

REGIA:  ALESSIA RIGASSO, GIUSEPPE COPPOLA

ATTORI:  ALICE PROTTO, GIANLUCA MISCHIATTI, SILVIA STANZA, SILVIA GUBITTA

REPERIBILITÀ: YOU TUBE

GENERE: THRILLER

ANNO:  2023

 

Alice è una ragazza strana che vive perennemente al confine fra immaginazione e realtà, fra magia esoterica e vita frustrante e monotona, la sua esistenza è rovinata da un uomo violento, ha delle amiche streghe immaginarie che però sembrano interagire con la realtà diventando sue delittuose complici, è tutto reale o solo un sogno? O forse è una realtà passata evocata per mezzo medianico? Il corto targato Rigasso-Coppola è un suggestivo amatoriale che con pochi mezzi ci trasporta in una realtà eterea, fatta di immagini sovraesposte, alcune alternanze di bianco-nero e colore e una voce narrante sofferente che accompagna gran parte del lavoro. Il duo omaggia Argento con espliciti riferimenti alle madri argentiane, “Tregenda” mantiene un certo mood simile ad “Hotel hoccidental” ma senza estremizzare la componente allucinatoria come nel citato precedente lavoro anche se certe soluzioni stilistiche come sovraesposizioni e giochi d’immagini restano il marchio distintivo e riconoscibile del loro stile sperimentale. Anche in questo caso c’è assenza di dialoghi e si lascia spazio sia all’interpretazione che a immagini evocatorie e questa continua voce narrante che si lascia andare a narrazioni poetiche e un po’ filosofiche. “Tregenda” è un corto strano, difficilmente inquadrabile in un genere, forse la migliore definizione potrebbe essere: thriller esoterico, c’è una netta predominanza di ambienti interni talvolta illuminati con una sinistra luce arancione. I personaggi sono sfuggenti e anonimi, si sa poco o niente di loro e del loro rapporto (come si sono conosciuti, dove abitano di preciso, ecc…) tranne che questo rapporto fra loro è malato e violento, ai registi sembra solo interessare la natura dominante dell’uomo sulla giovane e le conseguenze che questa violenza avrà. Tutto è pervaso da un’atmosfera a tratti opprimente, un thriller amatoriale esoterico che vuole anche omaggiare a modo suo, in maniera originale la saga delle madri argentiane, ci sarebbe da lavorare un po’ di più sugli effetti artigianali per creare un maggiore realismo nelle scende di omicidio che mancano a mio avviso di mordente e realismo.

Facciamo una bella intervista a Giuseppe Coppola per saperne di più:

Dott trash: Ciao Giuseppe, partiamo dal titolo, cosa significa Tregenda?

Giuseppe Coppola: un raduno di streghe con tutte le diavolerie annesse, ma viene usato anche per indicare qualcosa di allucinato, tragico. Questo significato figurato si adatta perfettamente alle atmosfere che troverete nel nostro corto.

Dott trash: Spiegaci la scelta di una regia a quattro mani

Giuseppe Coppola: è stato qualcosa di naturale. Nella divisione dei compiti abbiamo seguito le nostre inclinazioni. Ad esempio, Alessia si è occupata delle riprese, mentre io della scenografia. C’è stata un’ottima sintonia nelle decisioni e ci siamo divertiti parecchio a girarlo

Dott trash: ci sono molte  citazioni dalla serie delle tre madri di Argento, avete voluto omaggiare i vecchi film del regista romano?

Giuseppe Coppola: Diciamo che come Argento ci siamo ispirati a De Quincey a al suo “Suspiria de profundis” per caratterizzare la protagonista del film, Alice: una sofisticata dark lady con una bruciante passione per la letteratura romantica e decadente. Per lasciare maggiori suggestioni sono state inserite delle letture, tratte da De Quincey, Goethe, magistralmente interpretate da Alice Protto

Dott trash: “Tregenda” è difficilmente inquadrabile in un genere preciso, vi riconoscete nella definizione di “thriller esoterico”?

Giuseppe Coppola: L’idea era quella di realizzare un tributo ai film gotici italiani, ma con la sostanziale differenza di ambientarli nell’oggi e non nell’ottocento. Sicuramente è appropriato l’aggettivo “esoterico“, con tutti i riferimenti a quel mondo che possiamo poi riscontrare in “Tregenda

Dott trash: i personaggi sono a mio avviso volutamente anonimi e sfuggenti, sembra che vi siate voluti concentrare solo sul loro rapporto malato e sulle conseguenze tremende a cui porterà, è vero?

Giuseppe Coppola: hai fatto centro, volevamo mettere in evidenza il rapporto malato tra i due protagonisti che porterà al tragico epilogo. Alice è una giovane donna incastrata in una relazione. Trova rifugio nei fantasmi di un passato immaginato e mai esistito, fatto di letture sui prati, grammofoni e magia, il suo mondo si scontra però con il compagno che la riporta brutalmente alla realtà. La situazione degenera, arrivando ad un delirio in cui è difficile distinguere la realtà dalle fantasie di Alice

Dott trash: in “Tregenda” c’è comunque a mio avviso un marchio di fabbrica riconoscibile che somiglia a quello impiegato nel precedente “Hotel Hoccidental” ovvero questa scelta  di impiegare talvolta immagini che si sovrappongono creando anche qui un trip visivo comunque meno “invasivo” di quello impiegato in “Hotel…” concordi?

Giuseppe Coppola: Concordo, fa parte del nostro modo di fare video. La nostra proposta è proprio una sorta di “viaggio”. Un altra importante fonte di ispirazione delle nostre produzioni è il testo di A. Hoffman “LSD il mio bambino difficile”, soprattutto nei punti dove vengono descritti i trip dovuti alla sperimentazione dell’acido lisergico direttamente dall’autore e da altri studiosi. Poi, ovviamente, personalmente amo il cinema che sperimenta in quella direzione “psichedelica” uno su tutti la sequenza finale di “A field in England” di Ben Wheatley 

Dott trash: Tregenda” sembra pregno di un’aura esoterica, come mai la scelta di una simile ambientazione? Forse un interesse personale per l’occulto riversato in pellicola?

Giuseppe Coppola: fin da ragazzo sono stato attratto dalle atmosfere dark, negli anni ’90 ero un grande appassionato di musica estrema. È grazie a quel tipo di musica che ho scoperto Tolkien, Lovecraft, Barker, Blackwood ecc… ma anche i film horror della Universal e della Hammer fino al cinema di genere italiano. Diciamo che il black metal è stato formativo sotto questo aspetto! Ancora oggi amo certe atmosfere crepuscolari e ci tenevo che questo film avesse un’estetica che rimandasse a questo immaginario fatto di candelabri, teschi, sedute spiritiche, feticci. Per quanto riguarda la seconda parte della tua domanda, sicuramente c’è da parte mia un forte interesse per la storia delle religioni, ma il mio atteggiamento verso di esse è quello dello studioso, non del credente.

 

 

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