QUELLO CHE NON VEDO INTERVISTA CON BARONE

REGIA:  LEONARDO BARONE

ATTORI:  ILARIA MONFARDINI, LEONARDO BARONE, ALBERTO POLLASTRINI

GENERE: THRILLER

ANNO:  2023

Torna sulla scena underground italiana Leonardo Barone (dopo il corto: “Bersaglio non umano” di qualche mese fa), ritorna con uno dei suoi generi preferiti, il thriller, anche stavolta il regista toscano fa quasi tutto da solo: regia, montaggio, fotografia, e co produce il tutto con Ilaria Monfardini. Siamo davanti ad un thriller dalle forti tinte psicologiche, Samantha (Ilaria Monfardini) sola in casa si sente perennemente osservata, riceve chiamate anonime e silenziose, la sua casa diventa un ambiente pieno di inquietanti rumori, sensazioni uditive sinistre e scricchiolii, chi è il misterioso stalker? C’è effettivamente una presenza ostile nell’abitazione o è solo frutto della fantasia di una donna a cui piace alzare il gomito? “Quello…” è un corto semplice girato quasi tutto in interni, con una sola attrice padrona della scena, e una situazione che si presta a diverse interpretazioni, le musiche di Luca Buosi  sono spesso presenti e creano una atmosfera interessante e un po’sinistra, c’è spazio anche per un’auto citazione, la tv che si accende da sola sta trasmettendo “Negli occhi della preda” il lungometraggio thriller del regista. La protagonista è un tipo un po’ nerd appassionata di film horror, infatti la cinepresa insiste spesso sui numerosi poster e sulla collezione di dvd, un cortometraggio thriller che lascia ampio spazio all’interpretazione, semplice e diretto, il regista si avvale di pochi effetti decidendo di puntare tutto sull’atmosfera, niente uso della computer grafica spesso molto usata dal regista, ci si concentra quasi esclusivamente sulle reazioni e gli stati d’animo della protagonista, ma scopriamo qualcosa in più sul corto parlando direttamente col regista:

Dott.trash: Ciao Leonardo, parlaci un po’ della genesi di questo nuovo cortometraggio, com’è nata l’idea?

Leonardo Barone: Buongiorno a te, è sempre bello risentirti. Scrissi la sceneggiatura circa un anno fa, le mie opere sono sempre state piene zeppe di effetti speciali in CGI, volevo mettermi in gioco facendo qualcosa di diverso, qualcosa dove l’utilizzo di computer grafica fosse completamente assente, avevo trovato anche un’attrice per il ruolo, ma data la sua giovane età era al momento troppo impegnata con gli studi, così misi da parte il progetto per realizzarne altri, erano i tempi in cui scrivevo sceneggiature di continuo e poi le mettevo nel cassetto. Nel frattempo cominciai a conoscere l’attrice Ilaria Monfardini con la quale instaurai subito un bel rapporto di amicizia. La nostra prima collaborazione avrebbe dovuto essere quella per un cortometraggio di genere azione/arti marziali il quale purtroppo per vari problemi è stato messo in stand by. Vedendo Ilaria molto motivata nel voler lavorare con me, pensai che fosse il momento giusto per ritirare fuori dal cassetto quella sceneggiatura, pensai che lei potesse essere la persona giusta per interpretare Samantha la protagonista del corto. Così a Luglio in soli tre gironi girammo tutte le scene. 

Dott.trash: Il thriller sembra essere uno dei tuoi generi preferiti insieme alla fantascienza, spesso infatti alterni lavori fantascientifici con uso della computer grafica a thriller completamente artigianali, parlaci un po’ di questi tuoi gusti cinematografici che cerchi di riversare nei tuoi lavori

Leonardo Barone: sono sempre stato un appassionato di cinema di genere quindi di horror, thriller, fantascienza e fantasy, ma non solo, sono anche un grande appassionato di film d’azione e western, mi piace comunque anche la commedia ed il genere drammatico. Negli anni ho cercato di essere il più versatile possibile cimentandomi in progetti molto diversi, ad ogni modo il cinema di genere resta il mio preferito. Nell’ultimo periodo ho girato due cortometraggi, completamente differenti tra loro, “Bersaglio non umano” che è un opera che fa larghissimo uso di effetti speciali e “Quello che non vedo” dove appunto come dici tu stesso risulta essere completamente artigianale. Guarda, il fatto che in molte mie opere vi sia un largo utilizzo di CGI risale probabilmente al fatto che in passato sono stato un grande amante dei videogiochi, ero un accanito videogiocatore che passava ore ed ore nella sua cameretta a giocare ai videogames. Credo che questa mia ex passione io certe volte la riversi in alcune mie opere, come per esempio accade nel cortometraggio dove vede protagonista Giorgio Borroni. Certe volte però sento il bisogno di un ritorno al passato, di tornare agli anni ’80, quando si realizzava tutto in modo artigianale.

Dott.trash: “Quello che non vedo” è un thriller diverso dal tuo lungometraggio dello stesso genere “Negli occhi della preda” in quanto stavolta sembra più un thriller psicologico, concordi?

Leonardo Barone: Anche “Negli occhi…” è un thriller molto psicologico, probabilmente con un ritmo molto più lento, più che altro credo siano due progetti con storie molto differenti. Stavolta volevo fare qualcosa che non solo sarebbe stata priva di effetti speciali, ma anche completamente priva di sequenze splatter. Lo splatter molto spesso negli horror viene impiegato per sopperire alla mancanza di idee, alcuni film sugli zombie sono un esempio di ciò che sto dicendo. Ci sono però opere horror dove le sequenze splatter sono molto contenute, tipo il primo “Halloween” di John Carpenter ed “Il sesto senso” di Night Shyamalan, questi ultimi si concentrano molto di più sul terrore, non a caso sono considerati capolavori. Realizzare un qualcosa puntando tutto sull’atmosfera e sul mistero è una cosa molto più difficile da fare, la sfida è stata proprio questa. La visione di un mostro o creature simili può far paura ma quello che non riesci a vedere può farne ancora di più. È una questione psicologica, come quando attraversi un bosco di notte e senti qualcosa muoversi vicino a te ma è troppo buio per capire cosa sia, potrebbe essere un piccolo e innocuo animale, ma potrebbe essere anche un maniaco oppure un grande animale predatore, quello che non vedi ti fa sempre paura. Ma anche quando riesci a vederlo e a realizzare di trovarti davanti a una minaccia, non riesce a farti provare la paura provata in precedenza, perchè adesso almeno sai cosa hai davanti, invece quello che non riesci a vedere fa sempre più paura

Dott.trash: “Quello…” sembra lasciare molto spazio all’interpretazione dello spettatore presentandoci una protagonista piena di paure più o meno reali, parlaci di questa scelta narrativa molto aperta

Leonardo Barone: come sempre quando scrivo una sceneggiatura ho in mente una storia ben precisa, però il pubblico ci vede un po’ quello che vuole, spesso ci legge delle chiavi di lettura alle quali non avevo mai pensato. Ilaria Monfardini è la protagonista indiscussa di questo cortometraggio, la cinepresa è sempre su di lei, non vi sono inquadrature senza di lei, tutto si regge sulle sue spalle, eppure riesce a tenere alta l’attenzione dello spettatore fino alla fine, è una cosa che solo i bravi attori sanno fare

Dott.trash: progetti futuri? c’è qualche altro corto che vuoi realizzare?

Leonardo Barone: nel cassetto ci sono ancora molti altri progetti, chissà quale tirerò fuori per primo. Mi sono concesso una breve pausa di riflessione, poi vedremo.

 

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