REGIA: LUCA GUADAGNINO

ATTORI:  TILDA SWINTON, DAKOTA  JOHNSON, MIA GOTH, JESSICA HARPER

REPERIBILITÀ: ALTA

GENERE: THRILLER-HORROR

ANNO: 2018

Guadagnino è un regista italiano (“Challengers”, “Chiamami col tuo nome”, “Bones and all”) che ha avuto molto coraggio a voler fare un suo “remake” del classico di Argento, chiaramente è sempre pericoloso confrontarsi con certi filmoni, si rischia spesso di attirarsi critiche astiose, tuttavia a mio avviso questo “Suspiria” di Luca Guadagnino può benissimo essere considerato tutt’altra cosa rispetto al film di Argento, non un semplice remake. Diciamo che questo film è la “visione” che Guadagnino ha del classico di Argento una visione molto diversa dall’idea originale, un remix che non vuole fare il verso al vecchio film del ’77. Il film è diviso in sei atti più un epilogo, il  Dottor Kempler (Tilda Swinton truccata da uomo) riceve  Patricia (Chloe Grace Moretz) un’allieva della scuola di danza che è preda di deliri in cui afferma che nella scuola di danza si nasconde una congrega di streghe. Susie Bannion (Dakota Johnson) è una giovane ballerina in fuga da una comunità religiosa si reca a Berlino ovest dove si iscrive alla scuola di ballo Markos Tanz diretta da madame Blanc (Tilda Swinton) la ragazza viene a conoscenza che poc0o tempo fa era scomparsa un’allieva e la direttrice la informa che purtroppo era caduta nella rete della lotta armata di estrema sinistra. Dopo un periodo di prova e adattamento la ragazza sembra inserirsi bene nel nuovo contesto tanto che le dopo essersi offerta volontaria pe runa prova le viene affidata la parte principale del nuovo spettacolo. Intanto fra le insegnanti della scuola è in atto una sorta di lotta per la leadership a suon di votazioni per la scelta del nuovo capo. Il film ha un’aura molto vintage come le pellicole anni ’70 e sostanzialmente è un thriller-horror d’autore, la sua durata a mio avviso risulta eccessiva alcune parti si potevano snellire tranquillamente, il film ha un andamento piuttosto lento e riflessivo. Ci sono molti riferimenti al clima politico caldo di quegli anni, alla contestazione giovanile (e un certo femminismo che traspare nei dialoghi) e a fatti di cronaca e politica di quegli anni, un aspetto forse imprescindibile per descrivere a pieno quegli anni ma su cui si calca un po’ troppo la mano, com’è ovviamente presenta anche il tema della magia una magia malvagia atta a fare del male, una magia che si esprime attraverso la danza. Questa magia ha effetti devastanti, c’è una ritualizzazione del balletto che assume tutti i connotati di un vero rito esoterico balletto e magia sono nel film di Guadagnino una cosa sola utilizzata spesso in modo inconsapevole delle povere ballerine che diventano come marionette in mano a streghe esperte di magia. Il cast è sicuramente all’altezza la timida protagonista è interpretata da Dakota Johnson attrice che non ha bisogno di presentazioni che nel corso degli anni ha preso parte ha tantissimi successi cinematografici, il suo è un personaggio che riserverà grosse sorprese, all’inizio è la classica ragazza timida in cerca di emancipazione. Tilda Swinton è il piatto forte del cast in quanto impegnata in più ruoli quindi riesce ad essere la rigida insegnate di danza e l’arguto psicologo che intuisce una parte della pericolosa verità e dà una mano alla protagonista, ruoli sicuramente impegnativi per un’attrice camaleontica qui alle prese con ruoli primari. Un film in cui ha molta importanza la gestualità, le streghe sanno influenzare le persone con strani gesti fatti anche silenziosamente dietro le spalle, c’è un’incredulità verso l’occulto da parte delle forze dell’ordine a cui lo psicologo si rivolge, un male quindi che si nutre e prospera grazie all’ignoranza ma anche da fatti politici che richiedono attenzione da parte delle autorità. Ma questa versione di “Suspiria” fa paura? Beh dipende dai gusti personali, ci sono un po’ troppi momenti morti non mancano certo i momenti di tensione ma tutto sommato prima dell’esplosione di sangue nel finale (un vero macello di corpi e sangue, dove il colore rosso satura tutta la sequenza e dove pare esserci anche satana in persona) il sangue latita spesso, quindi invece di concentrarsi esclusivamente sul lato horror il regista preferisce mischiare le situazioni mettendo in mezzo: politica anni ’70, vicende di singoli personaggi, e il ritratto di una Germania grigia e decadente dell’ ovest che guarda sospettosa ad est. Emerge un’attenzione verso una visionarietà che giunge a intermittenza attraverso sogni e incubi notturni, vengono messi in evidenza i corpi e le loro movenze a ritmo di danza e un momento clou è certamente la sequenza del rito-balletto dove i nastrini in terra formano strani segni esoterici e le ballerine sembrano creature lascive vestite di corde rosse che ricordano un po’ le perversità dello shibari giapponese (una sorta di tecnica bondage). Comunque mi sento di consigliare il film di Guadagnino e goderlo appieno senza pregiudizi o confronti più o meno insensati con l’originale di Argento, vedendolo appunto per ciò che è ovvero la visione personale delle streghe della Germania ovest di Guadagnino, si vociferava anche di un seguito ma poi è stato bloccato tutto, un peccato a mio avviso, chissà cosa sarebbe potuto venire fuori.

 

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