SETE DA VAMPIRA

REGIA:  ROGER A. FRATTER

ATTORI:  CARLO GIRELLI, MIRKO RIVA, MARTA BORDINO, MARA LEONI

REPERIBILITÀ: MEDIO-BASSA, SI PUÒ TROVARE IN DVD

GENERE: VAMPIRE MOVIE

ANNO:  1998

Roger A. Fratter è uno di quei pochissimi registi italiani che non si sono arresi al declino del cinema di genere italiano e da oltre vent’anni continua il suo percorso controcorrente, toccando spesso il genere horror e thriller non disdegnando anche incursioni in altri generi come il drammatico: “Tutte le donna di un uomo da nulla” spesso i suoi film sono male accolti dalla critica ma poco importa l’essenziale pare essere cercare di riaccendere la scintilla di un cinema di genere ormai estinto. “Sete da vampira” rappresenta il suo esordio, un vampire movie low budget che ricorda un po’ i vecchi gotici di serie b italiani. La regia si limita a fare il suo lavoro senza particolari scintille, con frequenti  primi piani dei protagonisti,  Fratter si rivela un vero factotum: produttore, regista, sceneggiatore, montatore, il film ha un’andamento lento (come il montaggio) e talvolta onirico con la frequente presenza di una voce narrante fuori campo, quella di Marco (Carlo Girelli) un artista ossessionato da una misteriosa donna che lo tormenta nei suoi sogni Carmilla (Elisabetta Principe) che vive una vita di dannazione come una creatura del demonio. L’affascinante fanciulla vive con il ghoul che la aiuta nella ricerca di vittime di cui nutrirsi, Carmilla ha la capacità di influenzare psichicamente le sue vittime piegandole ai suoi voleri, riuscirà il giovane artista Marco a liberarsi di lei? “Sete…” è liberamente tratto dal celebre racconto di Le Fanu “Carmilla” Fratter punta tutto sull’atmosfera a discapito di effetti sanguinolenti che sono poco presenti curati dal duo Mancuso-Quarta (più sangue e splatter avrebbe giovato al film) un’atmosfera fredda, provincialmente goticheggiante, triste e autunnale, questo tipo di atmosfera è il punto di forza del film. Le noti dolenti sono diverse, prima fra tutte una recitazione poco convincente trattandosi appunto di attori non professionisti, effetti poco presenti e tutti artigianali (buono comunque il primo piano della ferita aperta e sanguinante, effetto rozzo ma funzionale) e una lentezza troppo marcata nel dipanarsi della vicenda. Le musiche di Massimo Numa sono buone e riescono a far risaltare questa atmosfera autunnale e dark accompagnandoci fra le nebbie Bergamasche e sottolineando i momenti più onirici, c’è anche un certo erotismo raffinato (ma talvolta prolisso come nella sequenza auto erotica della ragazza a letto) e mai volgare ma d’altronde sappiamo come il nostro ami anche certo cinema di Joe D’amato in cui l’erotismo è sempre presente. L’intento del regista pare quello di recuperare fuori tempo massimo le atmosfere gotiche dei vecchi “vampireschi” italiani: vampire erotiche, aiutanti ghoul freak, ragazze talvolta discinte operazione solo in parte riuscita in quanto un maggiore investimento in emoglobina e splatter avrebbe reso migliore questo gotico semi amatoriale che si rivolge ad un pubblico di nostalgici di certe atmosfere anni ’70 e a pochi altri.

 

 

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