LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO

REGIA: GREGORY WILSON

ATTORI: BLYTHE AUFFART, BLANCHE BAKER, DANIEL MANCHE, MADELINE TAYLOR

REPERIBILITÀ: ALTA, SI TROVA IN DVD

GENERE: RAPE AND REVENGE

ANNO: 2007

DISTRIBUZIONE ITALIANA: KOCH MEDIA

MOMENTI CLOU: 1)la scena della fustigazione della piccola 2) Le sequenze delle torture nello scantinato 3) la scena dell’infibulazione

 

Solitamente non sono un estimatore del genere rape and revenge ed in generale delle storie dove si mostra la violenza su donne/bambini, questo tipo di tematiche mi disturba parecchio. Gregory Wilson (regista poco prolifico) ci propone questo rape and revenge il cui protagonista è David, un uomo perseguitato dai ricordi d’infanzia riguardo ai terribili fatti di cui fu testimone in un’estate degli anni ’50. Un efficace monologo con la voce di David fuori campo ci introduce in questa torbida vicenda, la cinepresa lo riprende di spalle (a sottolineare il rimorso e la vergogna) facendolo tornare con la mente a quella maledetta estate. Punto focale della vicenda è Meg, (Blythe Auffarth, attrice che ha interpretato vari personaggi in serie tv di successo come : “Sex and the city”) una ragazzina rimasta orfana che vive con la sorellina Susan a casa dei cugini Chandler. Questa famiglia è capeggiata dalla vedova Ruth (Blanche Baker, attrice molto dotata che qui ci regala un’interpretazione quasi da oscar) che probabilmente è il personaggio più riuscito del film, un’adulta psicopatica che traghetterà un gruppo di ragazzini nel mondo della depravazione e della violenza, adolescenti per i quali la tortura e lo stupro diventano quasi un gioco.

Il regista ci mostra un mondo fatto di ragazzini allo sbando con genitori assenti, chiusi nella routine quotidiana, David sembra l’unico ad instaurare un vero rapporto di amicizia con la povera Meg, continuamente vessata da Ruth. Carica di significati è la scena in cui Woofie (un ragazzino) si diverte ad osservare il macabro scontro tra un lombrico ed un gruppo di formiche rosse, quasi una sorta di preludio/metafora della situazione a cui G. Wilson ci farà assistere poco più tardi, proprio come il povero lombrico, Meg subirà le vessazioni dei malefici ragazzini. L’instabilità mentale di Ruth viene subito sottolineata dal suo primo dialogo dove narra le “straordinarie” attrazioni dei luna park della sua epoca: aborti sotto vetro, animali impagliati e freaks vari, Ruth è una donna abbandonata e maltrattata dal marito che alla violenza ha risposto con la violenza come un cerchio che si chiude.

La prima scena forte è quella della fustigazione sulle natiche alla sorellina di Meg, sequenza che rende l’idea dell’influenza che la signora comincia ad avere sui ragazzi, David diventa muto spettatore di una vicenda più grande di lui, assistendo a sevizie su cui la cinepresa si sofferma senza riserve, scene dure da digerire non tanto dal punto di vista splatter ma piuttosto a causa della crudeltà estrema. Emblematico è il dialogo tra David e suo padre, dove emerge una cultura da provincia degradata che in qualche modo giustifica la violenza sulle donne, padri di famiglia che fungono da cattivi maestri. David pur non essendo malvagio, inizialmente non riesce a prendere una posizione tale da farlo diventare un eroe, se non alla fine quando soverchiato dall’orrore aiuta la giovane come può. Un film che non lascia speranze allo spettatore, il fatto che sia ispirato a fatti realmente accaduti contribuisce a creare un’aura ancora più maledetta, da vedere ma solo per spettatori poco impressionabili.

 

La signora Ruth e i ragazzi

Le torture su Meg

 

 

Leave a Comment

Inizia a digitare e premi Enter per effettuare una ricerca