REGIA: ZACH LIPOVSKY-ADAM STEIN
ATTORI: BREC BASSINGER, TEO BRIONES, RICHARD HARMON
REPERIBILITÀ: ALTA
GENERE: HORROR
ANNO: 2025
La serie dei film di “Final destination” ha avuto una lunga vita, il primo episodio risale infatti al lontano 2000 ad opera di James Wong (X-files, dal 93 al 2002, “Final destination 3”) probabilmente neppure regista e produttore avrebbero mai immaginato il grande successo che avrebbe avuto, una serie che dura da ben 25 anni e che proprio in questo 2025 ci ha donato l’ultimo (ma forse solo in ordine cronologico) film della saga. La formula di Final Destination è sempre la stessa i fan che stanno al gioco la amano a prescindere ma ovviamente non mancano i detrattori che accusano la saga di una stancante ripetitività, diciamo che questi film sono un po’ come un vecchio amico che quando vi incontrate vi dice sempre le stesse cose ma siccome voi gli volete bene lo assecondate e continuate a frequentarlo perchè vi siete affezionati. “Bloodlines” si discosta poco dalla formula classica della saga dove l’avversario invisibile e implacabile è sempre lei: la morte. Stefanie (Kaitlyn Santa Juana) è una ragazza tormentata da un incubo ricorrente, sogna sempre la morte di molte persone a causa del crollo di una torre inaugurata negli anni ’60. Un fatto strano, lei vuole vederci chiaro, scopre che la protagonista del suo sogno è sua nonna Iris (Brec Bassinger) Stefanie è decisa ad incontrarla dato che sono molti anni che la famiglia non ha rapporti con lei giudicandola una squilibrata pericolosa ma la giovane non desiste e si reca dall’anziana. Arrivata a destinazione scopre che essa vive in una sorta di fortezza lontano da tutto in perenne lotta contro la morte, dopo un confronto Iris le spiega che tutta la sua discendenza è destinata a morire donandole un libro frutto dei suoi studi per capire il comportamento della morte, sarà l’inizio di una lunga sfida. La fotografia di Christian Sebaldt è nitida e patinata, la vicenda scorre molto bene con un ritmo molto sostenuto come d’altronde tutti i film della saga, sembra come al solito di salire su un ottovolante tanto è il ritmo adrenalinico, lo splatter è abbastanza elevato e questo non può che essere
un punto favorevole: teste schiacciate, molle che spaccano crani, corpi dilaniati e contorti che si incastrano in macchinari medici e chi più ne ha più ne metta per la gioia degli amanti dell’emoglobina su pellicola. Ogni cosa diventa pericolosa, perfino un innocuo distributore automatico o una macchina per le tac che ci mostrerà una delle morti più assurde della saga, la tragedia sulla torre ha un alto tasso di spettacolarità che coinvolge lo spettatore al massimo con le solite carambole altamente improbabili ed effetti speciali di sicuro impatto visivo, si scatena come al solito la curiosità dello spettatore che si incolla allo schermo chiedendosi sempre chi morirà nel modo più assurdo possibile. La sequenza della torre è forse la migliore in assoluto, vero gioiello del film che ci trasporta indietro negli anni ’60, e dove ne vedremo davvero delle belle con incidenti spettacolari e una lotta spietata alla sopravvivenza in sequenze spesso veloci ma mai caotiche (come in tutto il film del resto). I personaggi non sono molto profondi come personalità ma per
prodotti come questo va bene così sono più o meno carne da macello, se avete amato tutti o quasi i film della serie sicuramente amerete anche questo e vi divertirete molto, quelli che si aspettano novità o stravolgimenti faranno bene a vedere altro. La regia a quattro mani di Lipowsky-Stein è quella classica dei b-movie americani degli ultimi anni, è tutto al posto giusto, ci sono anche diversi jumpscare che sfociano spesso nello splatter più divertente, infatti c’è sempre una certa dose di black humor in queste ondate di sangue. Tutti gli attori sono ben centrati nella loro parte Brec Bassinger è la versione giovane di Iris una ragazza acqua e sapone molto ’60, attrice che avevamo visto in “47 metri” e “The man in the white van”, Richard Hammond è l’alternativo Campbell il tipo punk simpatico e un po’ sbruffone che farà una delle morti più divertenti incastrandosi letteralmente nel macchinario per la tac in una fine fra le più bizzarre mai inventate. Una menzione speciale la merita sicuramente il grande attore Tony Todd qui nella sua ultima apparizione prima della sua scomparsa l’indimenticabile “Candyman” ci regala la sua ultima interpretazione, una piccola parte (l’attore era già da tempo malato) un ruolo del Dott, Bludworth, il suo personaggio era già presente in: “Final Destination1-2-3-5”, un addio commovente in cui l’attore saluta i suoi affezionati fans prima di morire in un dialogo praticamente improvvisato dove il nostro ci saluta e dove i confini fra personaggio e attore sfumano in modo elegante e malinconico. Un film che non aggiunge niente di nuovo alla serie, ne vedremo ancora un’ altro? Forse, sicuramente gli aficionados non mancheranno mai all’appuntamento.