REGIA: CRAIG ZOBEL

ATTORI: ANN DOWD, DREAMA WALKER, PAT HEALY

REPERIBILITÀ: MEDIA

GENERE: THRILLER PSICOLOGICO-DRAMMATICO

ANNO:  2012

Compliance” è un film di Craig Zobel (“Sopravvissuti”, “The Hunt”) che qui cura anche la sceneggiatura, Sandra (Ann Dowd) è la direttrice di un fast food come ce ne sono tanti sparsi per l’America, un giorno riceve una chiamata da un tale ispettore Daniels (Pat Healy) che la informa che una sua dipendente di nome Becky (Dreama Walker) ha rubato dei soldi a una signora mentre era a lavoro alla cassa. La giovane nega con fermezza l’accusa di furto ma piano piano l’atmosfera si fa sempre più opprimente e la giovane è soggetta a perquisizioni, sospetti e vessazioni da parte delle direttrice e delle colleghe, come finirà la faccenda? “Compliance” si caratterizza per uno stile di regia grezzo e realistico al limite del documentaristico dove tutto è improntato al realismo portato ai massimi livelli, un film molto psicologico che mette in mostra la fragilità dei rapporti quando c’è di mezzo l’autorità, la spersonalizzazione dell’accusata che si ritrova sola contro tutti, rapporti apparentemente cordiali si sfaldano come neve al sole davanti al sospetto di un reato e alla minaccia di un’autorità quasi immateriale caratterizzata solo da una voce accusatrice che comunica con un telefono. Il film è praticamente fatto al 90% di riprese in interni, un vero e proprio braccio di ferro psicologico fra l’agente al telefono, i suoi “collaboratori” del fast food e la vittima innocente, un triangolo di forze che si scontrano continuamente alla ricerca di una verità sempre più nebulosa di cui però lo spettatore si fà una certa idea già a metà del film quando l’identità della voce telefonica viene rivelata dalla cinepresa. Un film chiaramente basato sulle capacità recitative dei suoi attori, ci sono diversi primi piani atti a cogliere lo stato emotivo dei personaggi che è la cosa di maggior peso in questa atipica pellicola al confine tra il thriller psicologico, e il drammatico creando un mix atipico ma stimolante con una certa dose di originalità. Sicuramente alcuni passaggi possono risultare noiosi e ridondanti soprattutto per chi ama i film più movimentati e meno intellettuali ma il regista sa bene come far identificare lo spettatore nella vittima braccata la quale vede trasformarsi una giornata di routine lavorativa in un incubo senza uscita. C’è anche il contrasto fra la tranquilla quotidianità delle persone che arrivano a consumare panini e l’inferno del retrobottega dove la ragazza scende gli scalini di punizioni fisiche e psicologiche, un dualismo molto evidente che crea un contrasto interessante. Viene mostrata la stupidità della gente comune pronta a trasformarsi da collega o amico a insensato aguzzino, la maschera della gente comune che quando cade li fa diventare servi di un potere oscuro e astratto quindi il film è anche una profonda riflessione sui meccanismi perversi del potere che inquinano la mente e fanno compiere azioni malvage alle persone. Un film sicuramente fuori dagli schemi che può piacere a chi cerca qualcosa di diverso che faccia anche riflettere, un prodotto realista, talvolta intriso di cinismo, basato purtroppo su fatti realmente accaduti.

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