CHI C’È IN FONDO A QUELLA SCALA

REGIA: SANDOR STERN

ATTORI: DAVID HEWLETT, CYNTHIA PRESTON, TERRY O’QUINN, HELENE HUDY

REPERIBILITÀ: MEDIO- BASSA

GENERE: THRILLER-HORROR

ANNO: 1988

DISTRIBUZIONE ITALIANA: MULTIVISION

Pin” (“Chi c’è in fondo…” è la solita storpiatura dei distributori italiani) è un particolare thriller dai risvolti psicologici,  il dott. Linden, un padre autoritario educa severamente i suoi figli dispensando consiglia grazie alla sua abilità di ventriloquo attraverso “Pin” un manichino anatomico piuttosto inquietante che si trova nel suo studio. I contrasti con suo figlio Leon si faranno sempre più evidenti fino a spingere il solitario e disturbato ragazzo ad un scelta estrema, il legame morboso che lega Leon al manichino si farà sempre più stretto diventando morboso e  malato.

Sandor Stern è un regista che ha girato molti film nella sua carriera: “Amityville-4 la fuga del diavolo”  “Assassin” purtroppo però non ha mai incontrato i gusti di pubblico e critica, “Pin” tuttavia risulta essere un gradevole esempio di thriller con una buona dose di tensione, una tensione palpabile per buona parte della sua durata che quasi mai esplode in scene pesanti ma mantiene ben sveglio lo spettatore. Il cast è buono: David Hewlett è il folle Leon, perfetto in questo ruolo di giovane psicolabile, attore che gli appassionati di horror ricorderanno in “Scanners 2 -il nuovo ordine”  ed il trash “Boa vs pyton” .

Terry O’Quinn è un grande attore ancora sulla cresta dell’onda, gli appassionati di serie tv lo ricorderanno bene come il Locke di “Lost“, qui è nei panni del compassato ed antipatico Dott. Linden. Cyntia Preston è perfetta nel ruolo dell’innocente ed ingenua sorella, un’attrice molto usata anche in molte puntate di serie tv di successo come: “Legend of Zelda“, “The x-files“, “CSI“. L’aspetto morboso-incestuoso che Leon manifesta verso sua sorella è l’aspetto migliore della sceneggiatura assieme all’elemento del manichino che è una sorta di materializzazione del suo inconscio malato, ritmo e montaggio sono piuttosto blandi, si preferisce far crescere via via l’atmosfera, un buon thriller che si regge tutto sulle spalle dei suoi interpreti. 

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