THE TAPE INTERVISTA CON IACOPO NAVARI

REGIA: IACOPO NAVARI

ATTORI: LUCA MURPHY, GORDON PEASTON

REPERIBILITÀ: YOU TUBE

GENERE: FANTASCIENZA-DRAMMATICO

ANNO: 2019

DISTRIBUZIONE ITALIANA: INDIPENDENTE

Iacopo Navari ci propone questo corto girato a Londra, tutto in un appartamento dall’illuminazione fredda e dagli arredi un po’ asettici, una location perfetta per i toni che il suo “The tape” intende trasmettere, un corto girato in maniera molto professionale e con mano sicura di genere fanta-drammatico. In un futuro non molto lontano i nostri ricordi, le cose più care che abbiamo, possono essere riversati su un supporto ed essere così conservati, ma purtroppo ci possono essere loschi personaggi (insospettabili) che fanno dei nostri ricordi e del nostro inconscio un ignobile commercio. Il corto ci trasporta in un’atmosfera molto intima in cui il protagonista è un ragazzo che vive di ricordi dolorosi, una persona che non ha futuro e vive solo nel passato, è indicativo il fatto che usi ancora il vhs in un futuro tecnologicamente avanzato, il videoregistratore come metafora di un passato che pulsa e vive nel suo cuore e che gli permette di rivedere la sua ex mai dimenticata. Un ottimo corto girato col cuore.

Adesso è il momento di scoprire la genesi dell’opera parlano un po’ con Navari:

Dott.Trash: “The tape” riesce ad unire la fantascienza con il genere drammatico/sentimentale, com’è nata l’idea di questo particolare progetto?

I. Navari: L’idea per questo corto è nata circa 5 anni fa. Non avevo un’idea chiara di quello che sarebbe stata la storia definitiva e saltavo da un soggetto all’altro. Le uniche due costanti erano l’immagine di un uomo con dei cavi sulle tempie e delle VHS sui cui registrare i propri sogni. Fantascienza e dramma sono tra i miei generi preferiti quindi il passo è stato breve. L’idea di registrare i propri sogni e poterli rivedere è qualcosa che mi ha sempre affascinato ma all’inizio ho faticato nel trovare la giusta storia da raccontare. Volevo che il protagonista si trovasse in difficoltà e che non fosse un semplice mostare cosa questa tecnologia potesse fare. L’aspetto fantascientifico è solo un mezzo per raccontare una storia che può essere totalmente credibile e plausibile.

Dott.Trash: Nel tuo film per quanto riguarda il colore c’è una netta predominanza del bianco quasi a creare un ambiente il più possibile freddo concordi?

I. Navari: Concordo, ma in realtà è stato dettato dal caso. La predominanza del bianco, intendo. Sapevo che avrei voluto una fotografia fredda, e questo è stato aiutato non solo dall’ottima fotografia del mio direttore della fotografia (Pauline Gefin), ma anche dal fatto che il set avesse pareti completamente bianche e non è stata una scelta voluta, ma dettata dalle circostanze.Ho dovuto cercare una location adatta e quando ho trovato le foto di questo appartamento ho pensato che potesse fare al caso mio, aldilà del colore delle pareti. Con il senno di poi, nonostante le difficoltà nell’illuminare il set, posso dire che sia stata una scelta vincente a parer mio perché rispecchia a pieno il mood che volevo dare al corto. Doveva essere spoglio e freddo per rispecchiare l’animo del protagonista e del suo umore.

Dott.Trash: Ho notato che il protagonista pur vivendo in un futuro tecnologicamente avanzato usa ancora un vecchio videoregistratore per vhs, tutto ciò è una metafora? Volevi evidenziare lo stato d’animo di una persona che resta legata al passato di cui il vecchio registratore è una metafora?

I. Navari: Assolutamente si. E’ un voler essere ancorato al passato nonostante tutto ti dica di andare avanti (vedi ad esempio l’email all’inizio del corto) E’ bello restare legato a certi ricordi ma a volte è opportuno lasciarli indietro. E’ovviamente anche una metafora di ciò che sta passando il protagonista. Continuare ad utilizzare un vecchio macchinario è comodo, facile da usare. E’ familiare e ti da quello che vuoi. Ma spesso ti tiene indietro, ti può creare problemi e togliere tutto quello che hai. Credo sia un ottima metafora della vita.

Dott.Trash: Personalmente l’ho trovato un corto molto poetico, i ricordi sono tutto ciò che siamo e credo che col tuo film hai voluto evidenziare come in una società senza valori anche i ricordi possono diventare merce per sciacalli, un futuro senza valori dunque, o meglio un futuro dove i soli valori che restano sono i nostri ricordi?

I. Navari: I ricordi sono molto importanti. Anche quando sono dolorosi sono ciò che ci rendono ciò che siamo e in una società dove qualunque cosa può essere merce di scambio, non mi stupirei se anche i ricordi lo fossero. Credo sia anche dettato da questo continuo desiderio delle persone di sapere tutto degli altri. E’ come se fosse un’esasperazione dei social odierni in cui la vita di una persona viene sbandierata senza problemi su Internet. Finchè si tratta di un immagine postata in modo consenziente non c’è niente di male, ma cosa succede se qualcuno potesse derubarti di ricordi personali e che volevi tenere privati come foto o video? I sogni sono una delle cose più personali che una persona possa avere e nessuno a parte noi stessi può sperimentarli. Ma poi ci sono ipotetici spettatori che farebbero di tutto per vedere i sogni un’altra persona, guardarli come se fossero un film segreto che nessuno dovrebbe vedere, senza contare la metafora del “sogno rubato”, che danneggia spesso in modo grave.

Dott.Trash: Hai presentato, o presenterai il tuo film a qualche festival?

I. Navari: Ho già mandato il corto a qualche festival negli scorsi giorni e conto di farlo ancora prossimamente.

 

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