REGIA: JEAN FRANCOIS RIVARD

ATTORI: CLAIRE COFFEE, LISA BERRY, SIOBAHN MURPY

REPERIBILITÀ: ALTA

GENERE: THRILLER

ANNO: 2019

DISTRIBUZIONE ITALIANA: NON SPECIFICATO

Il regista Rivard è conosciuto in Quebec (da noi in Italia è più o meno uno sconosciuto) come regista di serie tv come “Gli invincibili” e “Serie nera“, il nostro dirige anche film per la tv come questo “Sisterhood” che si presenta come un prevedibile thriller da televisione. La sceneggiatura di J. Phillips è molto piatta con rari colpi di scena, ci viene mostrata la vicenda di Ashley una mite donna in procinto di divorziare dal marito che viene introdotta dalla sorella in una setta di sole donne capeggiata da Desiree una donna di colore molto carismatica e manipolatrice i cui tentacoli arrivano ovunque in stile mafia.

La setta si propone di aiutare le donne in difficoltà a liberarsi dei loro problemi sia affettivi che economici, tutto bello ma dietro questa facciata si cela un’associazione dedita a riciclaggio e ricatti. I personaggi sono piattissimi  e privi di spessore, non viene approfondito a sufficienza il rapporto col marito e con la sorella, non ci sono mai momenti di vera paura in questo filmetto imbevuto fino alla nausea di becero girl power, la regia preferisce spegnersi nell’anonimato dei tv movie confezionati tutti in serie. La pellicola ci lascia con un finale aperto evitabile, è vero che i tv movie sono prodotti mediamente di scarsa qualità ma qui c’è davvero poco o niente da salvare, una pellicola che scorre via senza scadere nel trash ma neanche senza eccellere in niente, confezionata in maniera televisiva ed anonima, da evitare.

 

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