SPECCHI INFRANTI BY RICCI CAP44-45

Capitolo 44

Nel giro di poco furono a casa dell’attore. Al campanello nessuno rispose. Una donna, svegliata nel cuore della notte da tutto quel rumore, si affacciò alla finestra. Baldoni, le fece vedere il tesserino della polizia, nonostante i lampeggianti delle volanti e gli agenti in divisa, fossero più che sufficienti. Chieste notizie di Fernando Rozzi, la donna rispose che da alcuni giorni l’attore era partito. Non aveva la minima idea di dove fosse andato, ma sapeva che aveva una sorella a Torino e forse era andato da lei. Ringraziata la vicina, trovarono subito il recapito di Valeria Rozzi e le telefonarono. Neanche lei fu d’aiuto alla polizia. Non vedeva il fratello da diverso tempo e neppure sapeva di viaggi in programma. Aggiunse che i rapporti con lui, si erano ultimamente raffreddati. Baldoni ebbe la sensazione che non dicesse la verità, ma avrebbe aspettato d’interrogarla personalmente, prima di giungere a conclusioni. Diramarono un comunicato stampa, per trovare Fernando Rozzi senza nessun coinvolgimento ufficiale. Specificarono che la polizia lo cercava solo per informazioni. Era un attore conosciuto. Non potevano rischiare querele. In fondo, prove certe sulla sua colpevolezza non esistevano e tantomeno lo erano, le parole sconnesse appena bisbigliate, da quella povera ragazza in punto di morte.

Capitolo 45

Quando Lorenzo rientrò nel suo appartamento, era distrutto. Si gettò sul letto vestito, addormentandosi di colpo. Fu svegliato dallo squillo del telefono. Gli sembrò fossero trascorsi pochi minuti, invece erano le dieci del mattino. A chiamarlo era Gianni, che nel notiziario del mattino aveva ascoltato la notizia del nuovo omicidio. Voleva sapere come stava. Il regista raccontò all’amico tutto quello che era accaduto la notte prima. Successivamente fu chiamato anche da Stefano e Corrado. Dopo essersi fatto una doccia e concesso un’abbondante colazione, si ricordò che aveva appuntamento con Marco, per ultimare il discorso sulla colonna sonora. Guardò l’ora. Era in un ritardo pazzesco. Gli telefonò, ma il musicista che aveva un altro impegno, rimandò l’incontro per il giorno dopo. Gli sembrò più acido del solito, ma questa volta ne aveva tutte le ragioni. Era stato ad aspettarlo per più di mezz’ora. Libero da altri impegni, Lorenzo si affacciò alla finestra. Vide Nicola Morico uscire con il suo cane, per la solita passeggiata. Appariva ancora più invecchiato. Ripensò a quello che gli aveva detto il commissario. Somigliava a suo figlio morto. Per la prima volta provò un moto di compassione per quell’anziano. Decise che gli avrebbe parlato. Magari lo avrebbe potuto aiutare. Oltretutto voleva sapere… capire. In fondo il dolore e la solitudine, possono portare a fare cose strane. D’altronde a parte fotografarlo e riprenderlo, altro non aveva fatto. Chiusa, la finestra andò in camera, e dopo aver messo un cd di musica classica, si distese sul letto. Aveva bisogno di rilassarsi. Per circa un’ora, riuscì a farlo. Fu interrotto dallo squillo del campanello. Chi diavolo poteva essere? Non aspettava nessuno. Aperta la porta, si trovò di fronte Saverio. La cosa lo sorprese non poco, e oltretutto non sapeva neppure fosse stato dimesso dall’ospedale. Dopo essersi accomodato, il ragazzo che aveva sentito il notiziario, chiese a Lorenzo come stesse. “Potevi telefonarmi senza arrivare fin qui… non devi stancarti dopo quello che ti è successo.” “Credevo non stessi bene e avessi bisogno di qualcosa.” “Ti ringrazio Saverio… un pensiero davvero gentile.” “No… è che c’è dell’altro…”, continuò imbarazzato il ragazzo. Lorenzo lo incitò a parlare. “Senti… è per quella faccenda del film… e… per quel mio stupido comportamento. Ti ho offeso vero?” “Assolutamente no Saverio. Stai tranquillo. So benissimo le voci che girano sul mio conto… tu hai pensato magari, di far leva sul tuo indubbio fascino per convincermi ulteriormente. Peccato che si tratti solo di stupidi pettegolezzi, e comunque vero o no, sarebbero solo affari miei. Il fatto Saverio, è che non mescolerei mai lavoro e sesso… né con te… né con qualunque altro… o altra, che dir si voglia.” “Comunque ti chiedo scusa Lorenzo.” “Basta Saverio… è un capitolo chiuso. Sei giovane e impulsivo… alla tua età gli errori si fanno… servono a crescere. Per quello che riguarda il film, resta tutto come detto l’altra volta. Vediamo i risultati di questo… poi decideremo. Comunque, ti assicuro che il primo giovane regista che produrrò sarai tu.” “Grazie Lorenzo”, il viso di Saverio s’illuminò. “Nessun grazie. Sei bravo… se non lo fossi stato, potevi cercare di corrompermi in tutti i modi possibili, ma non ti avrei mai e poi mai prodotto nulla.” Vedendo il giovane imbarazzarsi nuovamente, Lorenzo cambiò discorso portandolo su Mara. Disse che provava simpatia per quella ragazza, e non si meritava di essere presa in giro. Lei lo amava molto, e se per lui non era la stessa cosa, avrebbe fatto meglio a lasciarla, piuttosto che cornificarla in giro con le attrici dei set. Saverio, capendo a cosa e soprattutto a chi si riferisse, divenne tutto rosso suscitandogli tenerezza. In fondo era solo un ragazzo. Quando Saverio se ne andò, Lorenzo decise di uscire a fare una passeggiata. Basta casa e letto. Aveva voglia di farsi una buona mangiata di pesce e conosceva il ristorante giusto. Sapendo che Corrado lavorava e la sua pausa era troppo breve per poterlo accompagnare, telefonò a Gianni decisamente più indipendente sul piano lavorativo in fatto di orari. L’amico accettò entusiasta l’invito. Circa un’ora e mezza dopo, si trovarono davanti a un ricco antipasto di mare. Fortunatamente la telefonata del commissario Baldoni, giunse alla fine del succulento pranzo. Avevano trovato Fernando Rozzi. Morto. L’attore, possedeva una seconda casa sconosciuta a tutti, che usava come alcova. Ci organizzava festini vari, a base di droga, alcool e tanto sesso. Ne erano venuti a conoscenza, tramite una donna che si era presentata in centrale. La sua attuale amichetta. Erano stati insieme un paio di giorni prima, proprio in quella casa, e secondo lei l’attore probabilmente si nascondeva lì. Fernando, ubriaco più del solito, l’aveva picchiata durante un litigio scoppiato improvviso fra i due. “Non c’è nulla di più pericoloso per un uomo, di una donna arrabbiata e in cerca di vendetta.”, commentò Baldoni. A loro però, aveva fatto davvero comodo. Non pensavano certo, di trovare il cadavere dell’attore. Si trattava di suicidio. A terra, una bottiglia di rum e un flaconcino di barbiturici. Entrambi vuoti. Un connubio fatale. Vistosi scoperto e ricercato dalla polizia, aveva ritenuto che uccidersi fosse la cosa migliore. Lui per primo, non aveva creduto alla fandonia detta ai giornalisti, che lo cercavano per importanti informazioni. Lorenzo non riusciva a crederci. Quell’incubo tremendo era finito.

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