SPECCHI INFRANTI BY RICCI CAP 58/59

Capitolo 58

 

Corrado era salito sopra il wc, per raggiungere la piccola finestra posta sopra di esso. Riuscì ad aprirla, ma si rese conto che non sarebbe mai riuscito a passarci dentro. Il muro di cinta che separava la villetta dalla strada, non era lontano, ma neppure abbastanza vicino per far si che qualcuno lo potesse sentire chiedere aiuto. Improvvisamente udì le sirene in lontananza. Poi vicine… sempre più vicine. Sentì lo sbattere delle portiere, e subito dopo riconobbe la voce di Baldoni. Da lì non poteva vedere l’ingresso della villa, né tantomeno essere visto da loro. Gridò con tutto il fiato che aveva in gola. Sentì il suono del campanello. Continuò a gridare, e finalmente un agente si accorse di lui. “Commissario stia attento! È Gianni l’assassino… è pazzo… completamente pazzo!”. Stia tranquillo!”, rispose Baldoni, mentre con dei colpi di pistola alcuni agenti avevano buttato giù la porta, impresa resa più difficoltosa dall’asse che la bloccava all’interno. Quando sentì le voci in casa, Corrado uscì dalla stanza. Il commissario ordinò a un agente di accompagnarlo fuori. Salì le scale insieme ad altri due, tenendo strette in pugno le pistole. “Chi diavolo è questo poveretto?”, disse a voce alta guardando il corpo del dottore. Giunti al piano superiore videro subito Gianni accanto a Lorenzo. Teneva il coltello sotto il mento del regista. “Allontanati da lui!”, gridò Baldoni. Il ragazzo li guardava con un ghigno che metteva i brividi. “Deve morire… deve morire…”, ripeteva. “Butta quel coltello Gianni… è meglio per tutti… credimi.” “No commissario… devo portare a termine la mia vendetta… per mia moglie… per mio figlio… devo vendicarli.” Il commissario non aveva la minima idea a cosa si riferisse. Allora Lorenzo Torri non era così integerrimo come aveva sempre voluto far credere? In ogni caso, non era certo quello il momento per pensarci. Non poteva sparare, avrebbe rischiato di colpire il regista. Gianni invece non accennava ad arrendersi. Stringeva il coltello sempre più vicino alla gola di Lorenzo. Poi, fu un attimo. Nonostante le forze fossero ormai completamente assenti, il regista in un ultimo e disperato istinto di sopravvivenza, riuscì con le gambe addormentate e doloranti a dargli un calcio, facendolo per alcuni istanti allontanare da lui. Il tempo necessario a Baldoni di sparare un colpo diretto alla spalla di Gianni. Il coltello cadde dalle sue mani, mentre lanciava un grido di dolore. Il commissario corse a liberare Lorenzo. “Chiamate subito un’ambulanza!”, ordinò agli agenti che già stavano ammanettando Gianni. Il ragazzo, nonostante la ferita si dimenava come un ossesso. Non senza difficoltà, riuscirono a trascinarlo di sotto e portarlo all’esterno. Pochi minuti dopo, una lettiga stava già caricando il regista che non sarebbe mai stato in grado di alzarsi in piedi. Aveva perduto molto sangue, ma non era in pericolo di vita. Quando fu portato fuori, Corrado gli corse incontro. Entrambi non riuscirono a trattenere le lacrime. Lorenzo, disteso sulla barella sorrise all’amico, dicendogli semplicemente “ci si vede presto.” Era troppo debole per riuscire a parlare. Fuori dalla palazzina, si era formato un drappello di persone che Baldoni provvedette in fretta a far allontanare. Poi si avvicinò a Corrado. “Per fortuna mi ha mandato l’sms con questo indirizzo… altrimenti non sarei mai riuscito a trovarvi.” “Sms? No commissario… io non ho mandato nessun messaggio. Dopo averla chiamata, ho riconsegnato il cellulare al dottore.” Poi, ricordò di averlo visto trafficare con la tastiera. Era stato lui a mandare l’indirizzo. Una precauzione rivelatasi provvidenziale. Li aveva salvati… o meglio, aveva salvato lui e Lorenzo, pensò amaramente Corrado. Un infermiere gli si avvicinò domandandogli come stava. “Tutto bene… a parte un bernoccolo che sta crescendo”, rispose sorridendo. Rifiutò di farsi accompagnare in ospedale, nonostante l’insistenza di Baldoni e dello stesso infermiere. “Signor Gemignani… domani passerò da lei. Voglio che mi racconti l’esatta dinamica dei fatti. Adesso è troppo stanco… la faccio accompagnare a casa.” “Ho la mia auto.” “Meglio che non si metta alla guida… mi dia retta, è ancora agitato e stordito. Provvederò io a fargliela portare sotto casa.” “Grazie commissario e soprattutto per…”, prima che riuscisse a terminare la frase, sentirono il grido di un agente: “No! Fermo… non farlo!”, poi un colpo di pistola lacerò l’aria. Gianni nonostante le manette, l’aveva sfilata a uno dei poliziotti e prima che riuscissero a fermarlo, si era sparato in bocca. Corsero incontro al giovane disteso a terra. Videro subito che non c’era più nulla da fare. Il proiettile aveva spappolato il cranio. Intorno ad esso sangue e materia grigia. Baldoni era fuori di se, mentre il povero e a dir poco distratto agente si proferiva in scuse e lacrime, amplificate anche da ciò che sapeva sarebbe andato incontro per quella tremenda disattenzione. Corrado invece, non riusciva a distogliere lo sguardo dal cadavere di chi aveva sempre ritenuto  una delle persone più care della sua vita. Poi, salì sulla volante che lo avrebbe accompagnato a casa. Il commissario raggiunse invece il medico legale. C’erano adesso tante formalità da esplicare, ma fortunatamente quell’incubo era finito.

Capitolo 59

 

Lorenzo in ospedale ricevette parecchie visite e manifestazioni d’affetto. Corrado non l’aveva lasciato solo un momento, come anche Nicola Morico. Il regista fu davvero felice di scoprire che l’anziano vicino gli voleva davvero bene. Aveva praticamente trovato un nonno. Anche Stefano lo andò a trovare spesso. “Allora non sei solo un cinico e avaro produttore?”, scherzò disteso a letto con la flebo attaccata al braccio, mentre l’uomo faceva avanti e indietro per la stanza, rispondendo alle innumerevoli chiamate di lavoro, alternandole a gesti teneri nei confronti di Lorenzo. Il regista stava recuperando le forze e presto sarebbe stato dimesso. Solo quelle fisiche però, perché quelle dell’anima sarebbero state difficili da recuperare. Scoprire che dietro tutto quell’orrore si nascondeva Gianni, lo aveva psicologicamente distrutto. E non solo a lui. Corrado stava anche peggio, inoltre con il profondo senso di colpa di averglielo fatto conoscere, facendo praticamente da apripista a quel folle piano di vendetta. Per diversi giorni tutti i notiziari tennero banco sulla vicenda, poi lentamente calò il silenzio. Lorenzo inoltre, apprezzò molto il fatto che Stefano decise di posticipare l’uscita del film a quando tutto sarebbe stato dimenticato, anche se in realtà il motivo principale della decisione, fu la paura che i giornali potessero accusare la produzione di speculare sulla vicenda. D’altronde, da bravo ed esperto produttore, sapeva benissimo che al momento opportuno tutti i giornali sarebbero tornati sulla tragica vicenda.

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