LA MANTIDE OMICIDA

REGIA: NATHAN JURAN

ATTORI: CRAIG STEVENS, ALIX TALTON, WILLIAM HOPPER, DONALD RANDOLPH

REPERIBILITÀ: MEDIO BASSA SI TROVA IN DVD (LA MITICA GOLEM VIDEO…)

GENERE: ANIMAL HORROR

ANNO: 1957

DISTRIBUZIONE ITALIANA: GOLEM VIDEO

 

Con questo film di Nathan Juran ci troviamo di fronte ad un classico del genere animal-horror anni ‘50 che già dalla copertina recante un cavallettone che scala un grattacielo ci riporta immediatamente ai tempi dei mitici drive-in. Siamo nel 1957, agli albori del cinema trash, tempi in cui si andava al cinema con entusiasmo, per fare due risate e vedere cosa gli imbonitori avessero escogitato stavolta per farci divertire (come nel caso del film “Dogs” dove si offriva un biglietto omaggio a chi si presentava con un cane dall’aspetto minaccioso). Ma passiamo al film in questione, all’inizio ci troviamo al circolo polare artico, dove vengono mostrate riprese interessanti di enormi blocchi di ghiaccio che navigano in acque gelide, ed è proprio in uno di essi che la mantide preistorica giace in un sonno millenario, in attesa di risvegliarsi. Vedere un cavallettone nel ghiaccio strapperà sicuramente una risata a qualche spettatore, anche se dobbiamo tener presente che è un film anni ’50. Dopo la sequenza sui ghiacciai, sembra d’assistere ad un documentario sulle moderne (per l’epoca) apparecchiature dell’esercito e sui suoi radar, in realtà questo incipit pseudo documentaristico è comune a molti film di questo periodo, e probabilmente ha come intento quello di stupire lo spettatore con cose mai viste, intrattenendo teen agers americani dell’epoca con camicie a quadri e capelli a caschetto che sgranocchiavano pop corn nel buio della sala. Intanto accade un misterioso incidente ad una stazione radar e gli uomini, mandati a controllare l’accaduto, trovano solo delle misteriose tracce lasciate da “qualcosa”, ed il relitto di un aereo abbattuto.

L’idea di uno scenario artico non è male, anche se la tempesta di neve, resa con quelli che probabilmente sono fiocchi di cotone fatti volare con un ventilatore fuori scena. Comunque, nonostante gli anni che questo film si porta sulle spalle, riesce ad intrattenere meglio di molti prodotti dei nostri giorni, e non venitemi a dire che la trama non è originale (all’epoca lo era…) anche perchè chi guarda questi film non pretende certo l’originalità ad ogni costo. La vicenda continua con il ritrovamento di uno strano artiglio d’animale, cosi viene contattato il centro di difesa aerea, in questa sequenza c’è un commento audio che fà un po’ sorridere, degno di un fumetto anni ’50. Successivamente il team di scienziati appura che lo strano artiglio è da collegare a qualche creatura misteriosa, ma per sicurezza viene contattato il prof. Jackson specializzato in studi preistorici. Il professore scopre che in realtà si tratta di una struttura cartilaginea appartenente ad un insetto, a fare da spalla a Jackson c’è la fotografa di una rivista scientifica con cui il prof ha un certo feeling. Veniamo adesso alla prima scena cult, cioè quando il mostro entra in azione per la prima volta attaccando un villaggio di eschimesi, vedere una mantide che spacca tutto è una vera gioia per i trashers di ogni tempo.

Geniale la scena in cui Margie (la fotografa) attraversa la stanza con la finestra a vetri ma (essendo voltata), non vede che al di là del vetro c’è la mastodontica cavalletta che sfascia poi mezza base in una sequenza cult. Gli attori coinvolti non sono orribili, anzi fanno il loro dovere in maniera più che onesta come Craig Stevens, attore attivo negli anni ’40-’50 in ruoli prevalentemente secondari, e Alix Talton che ebbe la fortuna di recitare ne: “L’uomo che sapeva troppo” di Alfred Hitchcock. Il cavallettone volerà in giro a far danni e ovviamente si scontrerà con l’aviazione, facendoci assistere ad “epici” duelli aerei, così, fra bus rovesciati, danni vari e svolazzamenti sulla casa bianca, la mantide si rifugerà sotto un tunnel, riusciranno a fermarla? Un classico del filone animal-horror per nostalgici trashers.

 

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