NOTTE PROFONDA

REGIA: FABIO SALERNO

ATTORI:  LUIGI SGROI, SIMONA BRUSONI, FRANCESCA BARTELLINI, OLIMPIO FANTAGUZZI

REPERIBILITÀ: MEDIA

GENERE: CASE MALEDETTE

ANNO:  1991

Fabio Salerno è stato un ragazzo appassionato di horror che ha voluto (con grandi sacrifici) fare cinema ad ogni costo, i suoi film ed i suoi corti erano totalmente autoprodotti e realizzati con effetti artigianali da lui stesso creati, un cinema che trasuda un grande amore per l’ horror in quanto il regista Milanese ha diretto solo opere di questo genere nella sua breve carriera. Torniamo indietro di molto tempo, siamo negli anni ’90 ed il cinema di genere in Italia ha già praticamente chiuso i battenti, tuttavia nella nebbiosa Lombardia c’è un ragazzo che sogna di fare cinema e di farlo secondo le sue regole, sogna di imitare i grandi b-movies realizzando film con modesti budget messi a disposizione dalla sua stessa famiglia. Questa voglia di fare si concretizza in diversi corti artigianali: “Tre sagome in nero“, “Mezzanotte“, “Oltretomba“, “Arpie” e due lungometraggi “Notte profonda” e “L’altra dimensione” (quest’ultimo un film a episodi). Notte profonda si ispira ad “Hellraiser” e ai vecchi film sulle case infestate, stiamo parlando ovviamente di un prodotto artigianale a basso budget che però attirò l’attenzione di alcuni distributori e fu diffuso in una modesta quantità di copie vhs. Paolo (Luigi Sgroi) è un fumettista con pochi soldi in tasca che si incarica, dietro un modesto compenso di ripulire una sala biliardo acquistata dal suo amico barista. Sulla sala aleggia una maledizione: la misteriosa morte di quattro persone in circostanze oscure, per caso il giovane fumettista trova sul pavimento una piccola piramide, un artefatto che una volta riassemblato getterà il giovane nell’incubo ed infesterà la sua casa facendolo prigioniero. Il film in questione era praticamente irreperibile da anni (come tutti gli altri lavori di Salerno) e sicuramente va fatto un applauso alla Oblivion film per aver fatto un grandissimo lavoro di restauro delle pellicole (per approfondimenti vi rimando alla mia intervista: Fabio Salerno, il restauro delle sue opere) facendo riemergere un piccolo pezzo di storia dell’underground italiano caduto nel dimenticatoio. Il film è ambientato nei luoghi cari alla vita quotidiana del regista ovvero casa sua e i quartieri milanesi poco distanti, pochi interpreti una piccola squadra di attori poco noti, alcuni dialoghi sono da rivedere come quello fra il barista e il protagonista al bar dove quest’ultimo risponde all’amico che gli chiede come stà a soldi: “molto malissimo” battuta sicuramente voluta ma evitabile. Le musiche dei “Limbo” (storico gruppo dark wave toscano) sono spesso presenti donando un alone di mistero alla vicenda, lo stile registico di Salerno è semplice ma non scarno, talvolta si insiste sui particolari, un cinema fatto di citazionismo: i fumetti di Dylan Dog e locandine di film famosi, al Salerno piaceva mettere in mostra le sue passioni dentro i suoi lavori, una cosa simpatica e non stucchevole. C’è un buon uso dell’illuminazione (tratto distintivo di tutti i lavori del regista) come nel caso del freddo blu notte che illumina il fumettista che dorme ma diventa preda di maligni spiriti che lo fanno lievitare (con un effetto semplice ma funzionale) e nei diabolici “flash” usati in diverse situazioni, a differenza degli altri film qui sembra esserci un unico colore dominante, il freddo blu.  Effetti semplici, (con uso anche dello stop motion come nel caso della bambola voodoo) talvolta stranianti come nel caso della bottiglia d’alcool che capovolta fa finire il liquido in bocca al dormiente protagonista, o le lame che talvolta si animano ferendo il ragazzo, il film è un’escalation di paura per il protagonista che si ritroverà intrappolato nella sua casa. L’intenzione chiara del regista era quella di omaggiare “Hellraiser” con un film artigianale, con una sceneggiatura semplicissima (e non molto coinvolgente) ritengo comunque (gusto personale) l’altro suo lavoro: “L’altra dimensione” più riuscito di questo film sulle case stregate che sicuramente con un budget migliore sarebbe decollato di più. Concordo con altre recensioni nel constatare come “Notte…” sia una sorta epitaffio del cinema horror italiano che da lì in poi cesserà quasi del tutto di esistere, ormai sorpassato da tecniche ed effetti ai quali non ha saputo adeguarsi, un prodotto artigianale fatto con passione e con pochi mezzi, interessante seppur con evidenti limiti e con attori non sempre all’altezza, solo per appassionati, dubito che le nuove generazioni e gli amanti dell’horror contemporaneo siano interessati.

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