LA CROCE DI FERRO INTERVISTA CON BERTOSSI

REGIA: LUCA BERTOSSI

ATTORI: DAVIDE CAPRIOLI, GIORGIO JURAJ VALACHOVIC, GUIDO COVAZZI,KARINA STANCIU

GENERE: GUERRA-DRAMMATICO

ANNO:  2025

“La croce di ferro” è il nuovo mediometraggio di Luca Bertossi (“Bittersweet rainbow”, “Anguane”, “Camille”) il quale stavolta si immerge nel passato doloroso della seconda guerra mondiale, siamo in Italia e Paolo un giovane appena sposato cerca di condurre una vita semplice e spensierata ma i nazisti sono ormai in Italia e gli orrori della guerra non tarderanno a farsi sentire, Paolo decide di voler fare qualcosa di concreto e un giorno rivela a suo padre la decisione di volersi schierare coi partigiani per contrastare l’avanzata nazista. Nonostante le preoccupazioni del padre Paolo si mette subito in azione ma un giorno durante una sparatoria ad un posto di blocco resta ferito rifugiandosi nella foresta, li verrà trovato da un soldato nazista che decide di aiutarlo a patto che Paolo lo faccia passare per passi forestali sicuri per ricongiungersi al suo plotone. Sarà l’inizio di un percorso obbligato da cause di forza maggiore che i due percorreranno scontrandosi e studiandosi a vicenda, scoprendo anche che a volte è possibile anche un dialogo fra mondi opposti e lontani ma la guerra e il giudizio della storia sono sempre dietro l’angolo. Bertossi dopo aver esplorato generi come l’horror, il thriller e il sentimentale ci propone un’inaspettata storia di guerra dove c’è il confronto scontro fra due realtà opposte quella del soldato nazista e quella di Paolo che sono due entità diversissime ma in “alleanza” per la sopravvivenza in un bosco che diventa un po’ un posto fuori dal tempo e dal tritacarne delle guerra che infuria. La fotografia del duo Roman-Fabris è molto nitida e permette di apprezzare i paesaggi boschivi, il mediometraggio ci trasporta in un tempo che alle nuove generazioni sembra ormai troppo lontano dal loro modo di vivere e pensare eppure è un tempo che ha segnato profondamente l’Italia e il passato in cui i loro nonni vivevano. Davide Caprioli con la sua faccia da bravo ragazzo è il personaggio ideale per interpretare Paolo un giovane Partigiano idealista che affronterà una durissima prova mettendosi a combattere per la libertà, Giorgio Juraj Valachovich è il soldato nazista che dopo un brutto incidente si ritrova anch’egli a vagare nel bosco proprio come Paolo, sono due personaggi in fuga, impauriti e vulnerabili, anche il soldato d’acciaio nazista alla fine è impaurito e perso in una situazione dove la sua vita è appesa a un filo e può spezzarsi da un momento all’altro per un’imboscata partigiana. Le riprese sono quasi tutte in esterni, la recitazione è molto convincente, con un cast di attori tutti all’altezza del proprio ruolo, una storia semplice che riesce a smuovere la parte emotiva dello spettatore mostrando in maniera intelligente l’orrore della guerra che mette a confronto gli opposti e mostra come tutti siano danneggiati da eventi così grandi e catastrofici.

Adesso parliamo un po’ col regista per scoprire alcune curiosità sul film:

Dott trash: Dopo film thriller, horror e storie d’amore torni con un film di guerra, parlaci della genesi di questo progetto, cosa ti ha spinto a voler affrontare un tema come la seconda guerra mondiale e la lotta partigiana?

Luca Bertossi: L’idea del progetto è nata dal voler raccontare una storia tra due personaggi antagonisti, che per un’esigenza reciproca, sono costretti a collaborare. Quindi abbiamo pensato al tema storico della seconda Guerra Mondiale per affrontare una nuova sfida e perché ritengo importante parlare anche del nostro passato.

Dott trash: Parlaci della scelta del cast

Luca Bertossi: Ho conosciuto Davide Caprioli su un set di un regista a Vittorio Veneto, il cortometraggio Piccolo Pettirosso di Filippo Da Rod e siamo rimasti in contatto. Avevo in mente questo progetto da molto e glielo ho proposto perché mi sembrava giusto per la parte. Invece Juraj lo abbiamo scelto tramite dei casting e siamo rimasti subito colpiti dalle sue capacità alla prima interpretazione di un ruolo importante. Per quanto riguarda gli attori secondari abbiamo Elisabetta Cancelli e Karina Stanciu, che sono due ragazze con cui collaboro spesso e molto in gamba. Mentre Silvia Spironelli e Guido Covazzi sono due attori teatrali che erano perfetti per il loro ruolo.

Dott trash: I paesaggi agresti sono molto belli, in quali locations si sono svolte le riprese?

 Luca Bertossi: Grazie! Abbiamo girato ai Laghi di Fusine e in Val Saisera, entrambi a Tarvisio in provincia di Udine. Il paese è Andreis in provincia di Pordenone, nel quale abbiamo trovato sia ila cucina con il tipico fogolâr friulano, sia la bottega del fabbro sia alcuni vicoli suggestivi dell’epoca.

Dott trash:  Nel tuo film ci sono due entità diversissime: quella del partigiano e quella del soldato delle SS, questi due personaggi sono costretti ad una insolita “alleanza” per la sopravvivenza e lo spettatore scopre cose inaspettate di entrambi i mondi, questo bosco è il contenitore ideale per questo confronto, una cornice un po’ fuori dalla brutalità della guerra che infuria, concordi?

Luca Bertossi: Sì, per rendere possibile questo tipo di storia i due personaggi dovevano trovarsi isolati al di fuori dal vero conflitto. Infatti il partigiano è ferito a morte e il tedesco si è perso. Paolo, il partigiano conosce bene il bosco, e il giovane soldato delle SS ha abilità medica. Questa è la base del loro rapporto. Successivamente si scopriranno cose inattese che andranno ad intralciare la loro cooperazione, ma d’altronde sono due personaggi che di base non si fiderebbero l’uno dell’altro.

Dott.trash: Il personaggio del giovane partigiano è un po’ l’emblema di tutti coloro che spinti unicamente dal desiderio di libertà sono partiti per combattere, un desiderio spontaneo non una costrizione, infatti nel dialogo con lo zio tutto questo emerge, la voglia di lottare, l’aspirazione alla libertà, pensi che questi valori siano ancora vivi nei giovani d’oggi oppure no?

Luca Bertossi: Secondo me questi valori si sono un po’ persi nel tempo, anche per il modo in cui si vive ai giorni d’oggi, molto concentrati sia sul lavoro, sia sui social network e penso che queste cose cambino un po’ la mentalità dei ragazzi. Però penso anche che non si può sapere con certezza e scommetto che c’è sempre qualcuno che mantiene questi ideali.

Dott trash: Hai presentato “La croce di ferro” a qualche festival? Com’è stata l’accoglienza?

 Luca Bertossi: La Croce di Ferro è stato appena completato e adesso inizierà il percorso ai festival. Penso che farò una versione anche sui 15/20 minuti per avere più possibilità di partecipare a diversi contesti. Il mediometraggio dura 38 minuti e questo può impedire l’iscrizione a diversi festival. Comunque abbiamo fatto una premiere al cinema del Città Fiera a Udine ed è stata un’esperienza fantastica!

 

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