ALIENS NIGHT, THE GIANT SCORPION, THE AMULET OF FEAR- INTERVISTA CON ANDREA RICCA

Andrea Ricca è un regista indipendente di Napoli che ha saputo ritagliarsi il suo spazio nel panorama indipendente italiano, un vero tuttofare: montatore, regista, produttore, specializzato in prodotti che fanno ampio uso di computer grafica (che ricordano un po’ i primi lavori di Leonardo Barone). Le sue pellicole hanno riscosso un discreto successo, sono state trasmesse su diverse piattaforme streaming, in questo articolo prenderò in esame alcuni suoi lavori di maggior successo. “Aliens night” è un cortometraggio di fantascienza che mette subito le carte in tavola: uso massiccio di effetti in cg, siamo in una località non specificata dove una dottoressa riceve l’inaspettata visita di creature extraterrestri (i classici grigi) l’azione si svolge su due binari la lotta in casa (con scene a volte umoristiche come l’utilizzo del mattarello come arma) e quella fuori dove assistiamo allo scontro fra caccia terrestri e ufo. Non ci sono dialoghi e quasi sempre abbiamo un accompagnamento sonoro talvolta inquietante altre volte più ambient. C’è l’utilizzo di una sola attrice (Stefania Autuori) e non c’è una vera  e propria trama ma piuttosto una situazione di pericolo dalla quale la protagonista deve salvarsi. Si tratta di un cortometraggio molto semplice e diretto con un buon uso del montaggio che bilancia bene ogni sequenza, la computer grafica che è praticamente il marchio di fabbrica del regista si pone sempre in primo piano,  tuttavia si tratta di un corto che sa distinguersi nel calderone delle proposte italiane proprio per questo uso massiccio della C.G.

Il secondo cortometraggio “The giant scorpion” è un chiaro omaggio ai fantahorror di serie B anni 60-70 ( ma non dimentichiamoci che i primi film del filone risalgono ai ‘50) un meteorite contiene sostanze spaziali di ignota provenienza e si schianta sulla terra, sfortunatamente colpirà in pieno un “innocuo” piccolo scorpione che diverrà una agguerrita bestiona. Stessa location del precedente “Alien night” e anche qui abbiamo un’unica protagonista, una ragazza qualunque (interpretata da Ilaria Lamberti) che dovrà fronteggiare il temibile scorpione nero ingigantito. Ci sono citazioni dell’universo horror fumettistico come il Dylan Dog sul comodino e l’immancabile rivista Splatter e il mitico Fangoria tutte testate che gli amanti dell’horror non possono non conoscere. Anche qui non c’è trama ne dialoghi ma sempre una “situazione” di pericolo, ci sono momenti di trash divertente come la foto finale che la ragazza fa alla bestiaccia morta postandola sui social, un corto sulla stessa scia del precedente che conferma la passione di Ricca per le atmosfere sci-fi e i mostri dal sapore retrò. Abbiamo anche qui un montaggio scorrevole e un filtro bluastro onnipresente.

The amulet of fear è il terzo cortometraggio che prenderemo in esame, si articola sulla falsariga degli altri due sopra, abbiamo sempre una situazione di pericolo, stavolta si tratta il tema degli amuleti maledetti che scatenano forze malefiche incontrollabili, e a dominare la scena troviamo una sorta di demone ancestrale che ha una chiara relazione con l’amuleto maledetto che la ragazza (Ludovica Ferraro) trova per caso. Anche qui c’è il classico marchio di fabbrica della computer grafica creata dallo stesso regista, il montaggio è sempre molto buono, mai veloce ogni scena è messa bene a fuoco a differenza degli altri corti qui si riduce l’uso dei filtri colorati rendendo il tutto più naturale come colorazione. C’è sempre assenza totale di dialoghi lasciando parlare direttamente l’azione come negli altri due lavori, adesso parliamo un po’ col regista per scoprire un po’ di più sul suo lavoro:

Dott trash: Ciao Andrea parlaci della tua attività di regista, come e quando hai iniziato, hai frequentato qualche scuola?

Andrea Ricca: Ho fatto il mio primo cortometraggio nel 1998 ed ho imparato le tecniche del cinema leggendo libri e manuali e guardando i film. Fino al 2004 si trattava di corti a tema sociale, ecologico ecc. Poi, specializzandomi in computer grafica, ho iniziato con i film di genere.
 

Dott trash: I tuoi sono lavori molto incentrati sulla computer grafica che risulta essere un elemento fondamentale del tuo lavoro, una scelta inusuale soprattutto in Italia, parlaci delle tecniche che utilizzi e com’è nata l’idea di proporre questo tipo di prodotti

Andrea Ricca: Negli anni 90 sono usciti i primi film con il digitale come ad esempio “Jurassic Park“, ed allora mi sono chiesto se si potesse fare qualcosa del genere, in piccolo. Ho cominciato comprando riviste di computer grafica per capire quali software venissero usati, poi mi sono specializzato da autodidatta, studiando i manuali, nel software “3DS Max” che utilizzo ancora oggi. Ho cambiato genere creando un primo corto di avventura, alla Indiana Jones, dal titolo: “The Guardian” ancora visibile sul sito, che raccontava di un uomo costretto a combattere contro uno scheletro vivente. Questo film è andato subito bene come pubblico e critica, ottenendo un’intera pagina dedicata sulla rivista francese: “Ecran Fantastique” ed allora ho capito che potevano funzionare ed ho continuato su quella strada.  

Dott trash: Spesso nei tuoi lavori ci sono elementi che richiamano al cinema dei vecchi drive in con animali giganti, elementi sci-fi, e strane creature, ti senti influenzato dal vecchio cinema di serie B?

Andrea Ricca: Sono stato molto influenzato dal cinema di serie b in genere, sia quello degli anni 80, periodo dell’infanzia, sia quello degli anni 50/60 con pellicole come “Tarantula” di Jack Arnold ecc. Mi ricordo che un film che mi colpì molto fu: “L’isola Misteriosa” del 1961 in cui animali della vita quotidiana erano giganti, persino una gallina! 

Dott trash: So che i tuoi lavori hanno girato vari festival, com’è di solito l’accoglienza verso i tuoi cortometraggi?

Andrea Ricca: Hanno avuto una buona accoglienza venendo lodati per il ritmo incalzante, la fantasia e l’effetto nostalgia.

Dott trash: Sei montatore, regista e sceneggiatore delle tue opere, sei praticamente un factotum, ti avvali a volte di qualche collaboratore esterno o fai sempre tutto da solo?

Andrea Ricca: Qualche volta ho ricevuto aiuto per la grafica 3D, ma nel complesso, essendo prodotti a budget zero, mi occupo di tutti i settori: riprese, montaggio, coloring, effetti 3D, effetti sonori ecc.

Dott trash: Come vedi il futuro del cinema in Italia? Hai in cantiere dei progetti?

Andrea Ricca: Ho appena pubblicato sul sito: “Night of the Bug” sul tema di un insetto gigante e nel frattempo vorrei valutare nuove idee sperando di fare prima o poi un salto di qualità avvalendomi di una troupe ed un produttore esecutivo.
Il futuro del cinema in Italia lo vedo abbastanza fermo se non ricomincia una stagione nuova di film di genere e di film commerciali competitivi non basati sui finanziamenti pubblici.

Leave a Comment

Inizia a digitare e premi Enter per effettuare una ricerca