INTERVISTA CON DAVIDE PESCA

 

Cari amici è il momento di una bella intervista col regista Davide Pesca, nome che gira da anni nel circuito indipendente italiano autore di film splatter e non solo!

DOTT TRASH: Il tuo è un nome che gira da molto nell’underground italiano,   raccontaci dei tuoi primi passi che se non sbaglio cominciano con il corto weird “Nunchaku”

DAVIDE PESCA: Ciao, praticamente da quel che ricordo, adoro l’horror in modo viscerale e in tutte le sue forme, da sempre.
Da bambino compravo qualsiasi giocattolo che avesse a che fare con mostri e creature(giocattoli che  colleziono tutt’ora)
E guardavo di nascosto in una vecchia TV in bianco e nero di mia nonna, qualsiasi film horror trasmesso in TV. Visto che sono classe 1981 posso dirti che  Zio tibia mi ha fatto da Maestro.
Poi crescendo è cresciuta anche la passione per il cinema horror e in particolar modo amavo rivedere le scene truculente dei film per capire come erano state realizzate e proprio da lì ho cominciato a sperimentare dei miei piccoli effetti speciali per poi creare dei cortometraggi come pretesto per metterli in atto.
Come dici tu ( senza contare dei primi filmacci girati con amici, il primo vero cortometraggio è Nunchacku , girato quasi per gioco ma che è stato il capostipite di una lunga serie di brevi film che ho realizzato ispirandomi proprio al horror 80’s che adoravo tanto. Poi in seguito, dal concepimento del corto R.i.p Angel, ho cambiato registro eliminando completamente la demenzialitâ per dedicarmi su uno stile piú estremo e sperimentale, eliminando quasi totalmente il parlato e la narrazione, per dedicarmi maggiormente sulla messinscena grafica di situazioni disturbanti con una punta di erotismo e dove quasi sempre la tematica principale è quella del peccato nelle sue varie forme.

DOTT TRASH: So che hai curato l’episodio cornice delle horror corale “Death of ten commandments” questa raccolta di corti è molto corposa, quasi due ore di orrore all’italiana, pensi che progetti di questo tipo possano dare una sveglia al cinema indipendente in Italia?

DAVIDE PESCA: Ho ideato Death of Ten commandments, poichè volevo chiudere definitivamente il mio paragrafo sul tema dei 10 comandamenti, quando ho pensato al progetto avevo da poco finito il mio secondo film sui 10 comandamenti “Dead BUTTERFLY” dove venivano presi in atto i restanti 5 comandamenti, anteceduto da Suffering Bible   dove erano contenuti gli altri 5.
Si trattavano di due film molto personali e girati completamente da me, tutti con il mio stile e per chiudere il tutto volevo fortemente gestire un progetto simile ma affidare il compito a 10 registi dell’indie horror made in Italy, facendomi da parte  (curando solamente il corto cornice e curando l’organizzazione insieme all’indispensabile amico  Francesco Longo)e vedere cosa ne uscisse, dando libero sfogo ai miei colleghi  e amici. Di fatti il punto di forza del film è proprio che ci sono 10 stili molto diversi fra loro.
Credo che i film antologici servano molto al cinema horror e sono quasi sempre graditi dal pubblico, visto che si tratta sempre di prodotti non impegnativi, e quasi sempre godibili, se non ti piace un episodio, ti piacerà quello dopo heheh.
Ho sempre adorato horror ad episodi in stile Creepshow, Tales From The crypt ecc..E non a caso questo è il quarto film antologico  che metto in piedi. Il primo era 17 a mezzanotte e poi ne sono arrivati i 2 seguiti After Midnight 1 e 2 e ora questo.Per i registi il film collettivo  è anche  un buon biglietto da visita che permette di mostrare le proprie doti senza dover per forza realizzare un lungometraggio che per via di budget , logistica ed altro, a volte è molto piú impegnativo da gestire. Insomma, l’unione fa la forza, e soprattutto si dimostra che il cinema horror in Italia, seppur indipendente è vivo e vegeto, infatti non abbiamo mai avuto problemi a distribuire questi prodotti in Italia e all’estero.
Nonostante questo, ammetto che  D.O.T.C sarà l’ultimo  film antologico organizzato da me. Dopo 4 film di questo tipo penso che sia giusto cosí

DOTT TRASH: So che sei un grande collezionista di vhs, sei un nostalgico del periodo pre download in cui i film erano una vera a propria ricerca per l’appassionato? Pensi che oggi sia tutto più “commerciale?”

DAVIDE PESCA: Certamente, dall’etá di 13 anni circa, cominciai a collezionare VHS da ogni parte del mondo, la mia bibbia era “la guida al cinema splatter” dei fratelli Castoldi e la mia missione era quella di recuperare tutti i film presenti in quel favoloso volume. Ai tempi, internet era agli albori e ci si telefonava fra collezionisti scambiando i film delle proprie collezioni, (un pò come si faceva con le figurine)per vederne il piú possibile. Ricordo che scrivevo per Alienante e Celluloid (due fanzine indie specializzate)  proprio sul cinema splatter orientale, e altri sottogeneri di nicchia e se ripenso a quanto sia facile oggi accedere a film del genere, credo proprio che una volta in confronto a ora, era una vera caccia al tesoro, ma quando avevi fra le mani il film tanto cercato era poi una grande soddisfazione e quando ci si apprestava alla visione, si guardava il film molto attentamente, oggi se ti va male hai un quarto d’ora di ricerca online, clicchi col mouse, in un”ora hai il film e spesso lo si guarda con in mano il cellulare . Bah… Saró vecchia scuola, ma, meglio prima.
P.s. Ho ancora VHS pagate una fortuna, che fatica ….

DOTT TRASH: In lavori come “Agonia” e “Delirium clown” come altri tuoi lavori sono piuttosto splatter, qual’è la difficoltà maggiore a tuo parere che un giovane regista indipendente incontra nel realizzare gli effetti splatter? Li fai da solo o ti rivolgi ad un effettista?

DAVIDE PESCA: Credo che sia molto piú semplice oggi.
su YouTube ci sono migliaia di tutorial, e con internet si trovano tutti i prodotti necessari e protesí giâ pronti da applicare, basta aprire il portafogli.
Però se devo dare un consiglio, suggerisco di fare molte prove di applicazione e sperimentare  l’effetto prima del set, in modo di essere pronti per la scena al momento di girare e poi  consiglio di approcciarsi prima ad effetti e prodotti basilari come lattice e plastilina piuttosto che passare subito prodotti piú costosi e complicati da gestire, come ad esempio il silicone ecc..
Ma il consiglio che faccio a tutti e sempre è di utilizzare del  sangue finto di buona qualitá. Mi capita troppo spesso di vedere dei film indipendenti eccezionali e al momento della  scena di ferite o di omicidi, il colore del sangue è rosino o violetto…Come buttare un film nel cesso!!!
Ho sempre realizzato da solo gli effetti. Dirigere film, come dicevo, era il pretesto per mettere in scena i miei effetti e anche se   i primi (sinceramente) erano imbarazzanti, ho cercato di migliorare sempre di piú mantenendo il budget di attrezzatura al minimo prediligendo la fantasia e mezzi di fortuna per la realizzazione.
Tutt’ora  anche se girare non è piú un pretesto ma è un piacere, realizzo sempre io i miei FX e
a volte   sono contattato da colleghi sui set per il reparto effetti.

DOTT TRASH: Come vedi la scena indipendente degli ultimi anni in Italia pensi ci possa essere un riscatto o credi che l’underground indipendente sia ormai l’unica via rimasta?

DAVIDE PESCA: Purtroppo le Major e i produttori (anche giustamente) investono su ció che porta soldi e finchè la commedia italiana(“”attuale”) o i drammi “trita palle”portano piú cash del cinema di genere, vedo poche vie d’uscita.
Il cinema indipendente è vivo e vegeto e le nuove leve sono tecnicamente delle macchine da guerra,  che sotterrano uno come me a “piè pari”, ma purtroppo vedo troppi  registi giovani che hanno poca fantasia e tanta tecnica, e in troppi casi vedo omaggi ai grandi classici, serviti in salsa moderna con esercizi di stile e tecnicismi vari. Ma spero e credo che sia solo una fase di stallo per trovare una loro solida identità registica.
(Non dico assolutamente questo dall’alto verso il basso, anzi io mi descrivo un regista scarso che fa quello che gli piace heheheh) e poi Ovviamente non è sempre cosí e questo fa ben sperare per la new Generation, largo ai giovani…
P.s. dimenticavo di dire una cosa, importantissimo è sottolineare invece il coraggio e l’importanza di Label  come : Home Movies, Digit Movies , le varie piattaforme streaming e altre case distributrici (x supporti fisici e on Demand) che hanno permesso di integrare nel mercato moltissime pellicole indipendenti e underground (e non),che altrimenti non avrebbero visto luce distributiva. Questo è un passo non indifferente per il cinema di genere attuale e un piccolo pezzo di storia cinematografica .

DOTT TRASH: Dopo tutti questi anni in cui sei stato dentro la scena indipendente quali sono stati momenti più belli e quali i più difficili?

DAVIDE PESCA: Sono ormai 25 anni che  realizzo film, per pura passione e ti dico che la prima distribuzione reale per un mio film è avvenuta 4 anni fa, e non è stata una distribuzione italiana, ma Austriaca e ti dico anche  che da quel momento è stato tutto piú facile e se mi chiedi quali sono stati i momenti piú difficili, bè ti dico che essere un regista che realizza film praticamente muti con morti ammazzati e donne nude, non è proprio il miglior biglietto da visita per trovare sponsor, produttori e distribuzione. Fortunatamente, anche se c’è voluto molto, sono stato  fortunato e ad oggi i miei film sono distribuiti in Italia (grazie a Home movies/Digitmovies) e in vari paesi esteri e questa è sicuramente una soddisfazione e un po’ una sorta di premio per la mia costanza.
Ma i momenti piú belli sono praticamente tutti: dal concepimento del film al set, al montaggio, alla realizzazione della cover e all’unboxing del tuo DVD, quello è impagabile. Ho conosciuto un sacco di colleghi e amici e ho collaborato davvero con molti registi e questo piccolo mondo seppur non sia sempre rose e fiori, lo considero il mio mondo e lo adoro.
Altro momento davvero piacevole è quello di essere ospite in 3 documentari americani sul cinema horror  insieme a nomi come : Lloyd kaufman(Troma)Charles Band(Full Moon sottolineo che io non sono nessuno e tutt’altro che famoso).

DOTT TRASH: L’ombra del guerriero” è un lavoro di tipo action che si discosta dai tuoi horror, pensi in futuro di fare altre incursioni in questo genere?

DAVIDE PESCA: Sono da sempre fan sfegatato del cinema anni 80, in primis horror, ma anche quello  Action (passami il termine ) “Tamarro“. Sono cresciuto con film come :Commando, Rambo, Karate Kid, il Ragazzo dal Kimono d’oro ecc..  Mi definisco nostalgico per eccellenza, ho pure una sala giochi personale prettamente  80’s e quindi non potevo non cimentarmi  in una piccola parentesi  che si discostasse dall’horror per abbracciare  Action /arti marziali 80’s e cosí  ho girato il cortometraggio fight in the Green city ispirato a  Mortal Kombat, Commando e Ken il Guerriero ( che trovate su you tube) Sotto massima copertura (idem) ispirato  a serie TV  come : E Team e Chips, ma con aggiunta di arti marziali e per l’appunto, L’ombra  del Guerriero: il mio lungometraggio a 0 budget che voleva omaggiare il filone  citato. Nonostante si trattasse di un film costato un  niente, è stata una prova impegnativa per me, poiché ci sono state piú di 100 comparse, scene con moto, elicotteri e motoscafi e seppur il risultato è modesto, ho davvero dei bei ricordi.
Non credo di addentrarmi nuovamente nell’ action, ma ti annuncio, che (se tutto va bene,) nel 2021 gireró un film non prettamente horror, che sarà un misto di vari generi . (sarâ comunque splatter heheh) 

 

 

 

 

 

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