REGIA: BENJAMIN GUTSCHE
ATTORI: LAVINIA WILSON, MINA TANDER, MICHAEL KLAMMER
REPERIBILITÀ: ALTA
GENERE: THRILLER, SCI-FI
ANNO: 2025
“Cassandra” del regista Benjamin Gutsche è una miniserie tedesca di Netflix articolata in 6 episodi, la famiglia di Samira (Mina Tander) decide di trasferirsi finendo per abitare in una insolita casa dotata di un impianto risalente agli anni ’60 dove strani schermi sono presenti in tutte le stanze. Suo figlio risveglia dopo alcune semplici riparazioni uno strano robot chiamato Cassandra che si rivelerà utile per aiutarli nelle faccende domestiche, ma il robot custodisce un segreto rivelando pian piano una “personalità” invadente e machiavellica. Questa potrebbe definirsi come una serie thriller con elementi sci-fi retro futuristici, infatti troviamo elementi come il robot e gli schermi controllori che invadono la privacy e la serenità della famiglia divenendo pian piano elemento di disturbo della quiete, è una miniserie che ci induce a riflettere in maniera intelligente sulle implicazioni dell’uso di una tecnologia troppo invasiva nella nostra quotidianità un tema attualissimo ma trattato con elementi che paradossalmente provengono dal nostro passato. “Cassandra” è anche una riflessione sulla vita oltre la morte, sulle possibilità di una vita artificiale contronatura che porta a disastrose conseguenze, c’è anche un tocco di mad doctor col personaggio interpretato da Franz Hartwig (attore presente anche nella serie “Pagan peak”) che fa bene la parte di un uomo algido con pochi sentimenti, la timeline è un mix fra presente e passato in cui scopriamo tutti i fatti che hanno portato alla costruzione del robot. Una sceneggiatura piuttosto lineare che riserva alcune sorprese e che incorpora dentro di se temi attuali come bullismo, patriarcato (in effetti la signora è succube del marito) omosessualità e problemi adolescenziali, purtroppo ciò che manca è il lato puramente horror che scarseggia. Ci sono pochissime scene di sangue lasciando spazio a una tensione più da thriller leggero rendendo “Cassandra” un prodotto non brutto ma “per tutti” dove i personaggi sono ben caratterizzati e
ognuno trova il suo giusto spazio. Le dinamiche più interessanti fra i personaggi sono sicuramente quelle fra Cassandra e Horst che mostrano una donna buona e fedele sposata con un marito freddo e infedele, il suo destino è fare la donna di casa e questo destino oltrepassa i confini della vita organica per approdare a quelli di un robot retro futuristico che però non rappresenterà più la sua personalità originaria facendola virare su lidi oscuri e psicotici che spaventeranno pian piano anche il suo creatore. “Cassandra” tratta come ho detto molti temi di attualità in maniera elegante, il principale è quello della vita dopo la morte, della coscienza che viene trasferita in una macchina creando un mostro creando una sorta di “Frankenstein” dei nostri giorni ribadendoci come fece Mary Shelley che giocare a fare i creatori artificiali di vita è pericoloso. Ma questa serie parla anche della sofferenza di una donna in un periodo storico che si affacciava alle prime forme di emancipazione e della coscienza che in questo caso cambia al cambiare del suo contenitore fino a divenire l’ombra di ciò che era in origine dando vita ad un alter ego oscuro di cui il regista mostra in seguito anche il lato umano in interessanti e lunghi flashback. “Cassandra” non è solo un robot, è una presenza che aleggia in ogni stanza, un occhio che tutto vede, e che vuole detronizzare Samira (Mina Tander) dal suo ruolo di madre. Se non si hanno troppe pretese “horrorifiche” e si vuole vedere un prodotto ben girato e adatto un po’ a tutti che faccia anche riflettere su temi che oggi vanno per la maggiore potrete dare una chance a questa serie ma i puristi del genere che vogliono ad ogni costo sangue e spaventi faranno bene a stare alla larga.