THE POUGHKEEPSIE TAPES

REGIA: JOHN ERICK DOWDLE

ATTORI: STACY CHBOSKY, BEN MESSMER, IRIR BAHRLOU GOERGE 

REPERIBILITÀ: ALTA

GENERE: MOCKUMENTARY

ANNO:  2007

 “The poughkeepsie tapes” è un mockumentary a basso budget che narra la vicenda di un efferato serial killer ricercato dalla polizia, il film è strutturato come un puzzle fatto di filmati fatti dal losco criminale dove mostra le sue gesta orribili, spezzoni tratti da veri tg e interviste della polizia, un mix quindi in stile reportage dove varie fonti si intrecciano per dare vita ad una sorta di “trama”. La fotografia S. Dufraine è grezza e volutamente quasi amatoriale ma anche la regia di Dowdle viaggia sulle stesse coordinate, uno stile grezzissimo in stile giornalistico-documentaristico, c’è una certa morbosità vojeuristica nei filmati dei delitti del killer sembra quasi di assistere ad uno snuff tanto è forte la vena mockumentary. I filmati ci fanno entrare nel modus operandi del killer tuttavia a mio avviso la spiegazione che viene data del movente dei delitti è piuttosto labile, e un po’ banalotta,  inoltre questo stile da reportage giornalistico se nella prima mezz’ora risulta interessante man mano che la visione procede perde un po’ di mordente risultando a tratti noioso. Non è facile fare una recensione su un film come questo, vuoi per l’impossibilità di dare un voto alla recitazione o alla storia in quanto gli attori sono impegnati in una performance improntata su un realismo estremo da reportage, quindi recitano come fossero persone comuni, riprese durante un reportage al tg. Un film molto realista che mostra sia la mente e  il modus operandi del killer sia la reazione della stampa, l’accanimenti su sospettati innocenti, le reazioni dei media e anche le strategie della polizia per identificare il killer.  Le parti più morbose e interessanti sono quelle che mostrano la psicologia del maniaco, come gioca con le sue vittime, come sa ad attirarle e quali sono le torture a cui i malcapitati sono sottoposti, è la parte più cruda e oscura del lavoro, sempre fatta all’insegna di un brutale realismo da snuff. Un film sperimentale e atipico, un falso documentario sul mondo dei più efferati serial killers, un film che però risulta inquietante solo a tratti, cè forse la volontà di attirare la curiosità di fruitori di prodotti estremi senza però (paradossamente) soddisfare il palato di questi ultimi dato che a ben vedere di sangue vero e proprio e splatter in “Poughkeepsie…” ce n’è davvero poco, certo nei filmati riguardanti le torture alle vittime si riesce a creare una discreta e realistica tensione ma il tutto sembra finire quasi sempre in una bolla di sapone che si vanifica sgonfiandosi. 

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