PENSIONE PAURA

pensione paura

LA LOCANDINA DEL FILM

REGIA: FRANCESCO BARILLI

ATTORI: LIDIA BIONDI, LEONORA FANI, LUC MERENDA, FRANCISCO RABAL, JOLE FIERRO, WOLFANGO SOLDATI

REPERIBILITÀ: BASSA, si può trovare qualche copia del dvd su ebay ma a prezzi alti, oppure lo trovate su you tube

GENERE: DRAMMA NERO, DRAMMATICO, SURREALE

ANNO: 1977

DISTRIBUZIONE ITALIANA: NEXT VIDEO/MHE IDEAL ENTERTAIMENT

 

Pensione paura è stato un film piuttosto sofferto, il regista Francesco Barilli dice che la sceneggiatura non è stata scritta da lui, e che non lo entusiasmava. Secondo Wolfango Soldati sul set c’era un’atmosfera cupa, che ha contribuito a rendere il film uno dei più “neri” della cinematografia di genere italiana. La “Pensione delle Sirene” che venne affittata dai produttori per girarci il film, era in disuso ma non tutte le stanze erano a disposizione del regista, molte di esse (una sì e una no come disse il regista) non si potevano aprire e questo creò problemi a Barilli durante le riprese. Le scene girate nello scantinato con il pavimento allagato, non ebbero bisogno di una scenografia costruita, in quanto l’ambiente si presentava realmente così nel suo stato di abbandono.

Il produttore creò disagi alla troupe in quanto era troppo esigente su tutto, inoltre aveva troppa fretta di concludere, si stufò e prese la decisione di abbandonare il film, quando ormai mancava solo il finale, così Barilli girò in fretta le ultime scene riuscendo a finirlo.

Veniamo alla vicenda:

La didascalia all’inizio ci dice che siamo sul finire della seconda guerra mondiale, si apre poi una scena idilliaca con Marta (Leonora Fani, la ragazza protagonista) su una barchetta a remi che si ferma all’interno di un gazebo scalcinato sull’acqua. Qui scopriamo che la ragazza scrive lettere (o tiene un diario?) al padre in guerra, (una figura di cui sente la mancanza) sperando nel suo ritorno.

Il gazebo rappresenta una sorta di paradiso privato per la ragazzina che si ritrova senza padre in una situazione difficile.

Alla pensione badano solo Marta e sua madre, quest’ ambiente è ormai frequentato solo da clienti squallidi e ambigui. Assistiamo all’entrata in scena di Rodolfo (Luc Merenda) che molesta come suo solito, la ragazza (buona la scelta di Luc Merenda per questo ruolo), si tratta di un uomo viscido e senza scrupoli che vive alle spalle della sua amante interpretata da Jole Fierro, (singolare la scena in cui i due ballano in riva al lago al ritmo immaginario di una musica fuori campo).

Rodolfo però non è l’unico cliente che molesta Marta, anche gli altri non sono da meno, come ad esempio il cliente calvo al quale la perdita del figlio ha dato alla testa.

Marta è una sorta d‘angelo all’inferno, la cui innocente giovinezza è insidiata da personaggi psicolabili. Rosa, sua madre, (Lidia Biondi) è consapevole che i clienti sono gentaglia, ma chiude gli occhi per andare avanti e guadagnare due soldi, è interessante notare la mancanza di una figura di riferimento maschile per Marta.

Le due donne sono aiutate da Alfredo, un cameriere tuttofare alcolizzato e stupido che non fa niente tutto il giorno (fantastica la sua entrata in scena: sbronzo in una vasca vuota ).

La Pensione delle Sirene è un luogo squallido e decadente con muri ammuffiti, dove si odono anche bombardamenti, che non vengono mai mostrati, ma vengono resi col sonoro. Da un certo momento in poi Marta dovrà guardarsi le spalle da sola ed è qui che il film diventa un buco nero senza via d’uscita.

Il sole al tramonto che la ragazza vede in lacrime dalla sua stanza simboleggia la fine delle illusioni e della sicurezza e forse la fine di un’epoca (il fascismo). Nessuno aiuta Marta, neppure il prete del paese che si rivelerà un uomo avido e cattivo, l’unico ad essere gentile con lei è un ragazzino (nipote del prete), che come lei è una creatura innocente.

È singolare il fatto che gli unici personaggi puri abbiano la stessa età. Il film è girato prevalentemente in interni e questo contribuisce a dare un’aura claustrofobica, come fosse una prigione senza uscita, alcune riprese esterne sono state girate sul lago di Bracciano, oltre al canale Monterano. In conclusione un film da recuperare, gioiello decadente di cui consiglio la visione.

 

 

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