REGIA: ALEX VISANI

ATTORI: LORENZO LEPORI, INGRID MONACELLI, ESTER ANDRIANI, CLAUDIO MASSIMO PATERNÓ

REPERIBILITÀ: MEDIA SI TROVA IN DVD

GENERE: THRILLER-HORROR

ANNO: 2020

DISTRIBUZIONE ITALIANA: DIGIT MOVIES

Nati morti” è il nuovo film del regista indipendente Alex Visani (“The pyramid”, “Stomach”, “Zombi new millennium”) si tratta di un morboso thriller con una certa dose di splatter, il film è prodotto dalla Empire video dello stesso Visani e da Hector Villena Mero. Luna (Ingrid Monacelli) è una giovane imbalsamatrice che vive isolata in una casa rustica, un giorno si imbatte per caso in due corpi stesi a terra, lei essendo ossessionata dalle cose morte li carica entrambi in auto. L’uomo però è ancora vivo, si tratta di un malintenzionato di nome Toni  (Lorenzo Lepori) che verrà portato insieme alla sua vittima in uno scantinato dove Luna svolge il suo lavoro di imbalsamatrice, fra i due comincerà a nascere un rapporto conflittuale di amore-odio con risvolti macabri e drammatici. Fondamentalmente “Nati morti” è un thriller morboso dall’atmosfera fredda e a tratti malinconica e autunnale, una vicenda minimale con pochi attori coinvolti il cui fulcro sono i due personaggi di Luna e  Toni, quest’ultimo è un personaggio squallido e sporco falsamente forte in quanto poi si lascia ammaliare dal fascino morboso di luna divenendo complice delle sue ossessioni. Luna è un personaggio più complesso, una ragazza ferita dentro, triste e vendicativa, fragile ma manipolatrice e perversa, vittima e carnefice al tempo stesso, il tema principale del film è il rapporto dei personaggi con la morte, per luna è un lavoro, una passione morbosa ed un’ossessione, per il balordo invece è solo uno sfogo derivante da una natura bestiale e criminale. Interessante è il rapporto che si viene a creare fra i due che scoprono piano piano di avere molte cose in comune, la loro ossessione deviata li porterà ad essere amanti, un amore morboso e criminale. “Nati morti” è un film essenziale, quasi scarno, un’unica location costituita dalla villa rustica che si rivela una scelta azzeccata, la forza del film è l’interazione ed i legami psicologici fra i personaggi, il tema della morte è onnipresente, corpi stesi inerti, tassidermie, foto macabre che tappezzano la camera della protagonista facendola eccitare anche sessualmente il tutto in una fotografia spesso opaca ed asettica molto in linea col le atmosfere decadenti del film. Le musiche del duo Marinelli -Burocchi sono spesso dolci e sognati per creare un interessante contrasto fra le atmosfere macabre, c’è spesso un insistere della regia su strumenti da lavoro e chirurgici come martelli, seghe, bisturi tutto per rafforzare un’atmosfera malsana e talvolta asettica. La filosofia (o morale) del film è come dice Luna: “dalla morte nasce la vita, nulla muore davvero…” una filosofia che si riflette nella vicenda che da fatto di cronaca nera si tramuta come per magia (nera) in una storia anche d’amore, l’incontro fra due solitudini estreme, due menti malate, l’una carnefice, l’altra anche vittima di una vita difficile e traumatica con problemi psicologici mai risolti che sfociano nella sequenza della tortura vendicativa che Luna riserva alla sua parente cattiva e approfittatrice, una sequenza dura e splatter con orecchie tagliate e lingue recise anche se presente, lo splatter non sembra per forza essere l’elemento fondante del film che come ho già detto si basa sulle ossessioni dei suoi protagonisti. Ci possiamo riscontrare alcuni echi di certo cinema di Massaccesi (“Buio omega mi sembra comunque un paragone azzardato in quanto il film di Aristide è molto più morboso) rivisitato in chiave malinconica che a mio avviso è l’aspetto più originale del film, prendete una storia morbosa e mortifera e mischiatela appunto con atmosfere decadenti, otterrete “Nati morti”.

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