LA TIGRE VESTE DI NERO INTERVISTA CON PINCINI

REGIA: LUCA PINCINI

ATTORI:  PAMELA BREGA, VIVIANA GALLETTI, LUCA PAOLONI

REPERIBILITÀ:  YOU TUBE

GENERE: GIALLO-THRILLER

ANNO: 2022

La tigre veste di nero” è un mediometraggio di Luca Pincini la cui sceneggiatura è tratta dal racconto “L’inquietante nottambulo” di Roberto Ricci, (il quale nel film fa anche da comparsa) un lavoro che già dal titolo richiama il cinema di genere italiano in voga nei gloriosi anni ’70 e ambientato ad Ancona dove un misterioso e feroce assassino vestito di nero e armato di rasoio semina il panico compiendo brutali omicidi, spaventando le sue vittime prima dell’assalto col ruggito di una tigre. Una bionda (Pamela Brega) che abita in un palazzo dove a suo dire potrebbe nascondersi il killer, comincerà a indagare. Alcuni personaggi parlano fra se e se e la cosa stona un po’ sottolineando un po’ troppo certe situazioni. La musica dei “The Killz” sottolinea i momento clou come le uccisioni o i pedinamenti passando da un lounge  non troppo morbido a rimiche più serrate e dinamiche e rock, l’atmosfera è quella di un giallo provinciale pieno di personaggi comuni che potrebbero essere tutti potenzialmente colpevoli. Il film ha un buon ritmo e spesso c’è un insistere  della cinepresa su dettagli truculenti come lame che penetrano nella carne e l’agonia delle vittime con frequenti primi piani, gole recise, martellate in testa, gole recise con falci, tutte scene truci per un giallo  splatter, caratteristica un po’ inusuale per i gialli italiani indipendenti. Questo splatter di cui ho appena parlato aumenta via via fino a sfociare nel finale in una scena molto gore con tanto di motosega, un giallo provinciale e inusuale, direi anche notturno visto che gran parte delle riprese si svolgono di notte, ciò contribuisce a creare un po’ di tensione in più. Nella parte centrale c’è un vero carosello di uccisioni dove il killer si scatena mostrandoci la sua abilità con molte armi da taglio, con omicidi più o meno splatter. Lo stesso regista Pincini fa una piccola parte, (uno dei tanti sospettati) ci si diverte molto nel finale dove lo splatter si scatena come nei migliori horror underground in una lotta per la vita a suon di motoseghe, e tanto sangue. Un mediometraggio splatter e divertente, un piccolo omaggio al nostro vecchio cinema, con tanto di assassino tutto guanti e rasoio. 

Dott.trash: Ciao Luca, com’è nata l’idea per questo thriller e la tua collaborazione con lo scrittore Roberto Ricci?

Pincini: Sono stato contattato da Roberto Ricci nel novembre del 2021, in Ancona è noto come “il parrucchiere del brivido”, e lo conoscevo già di fama, poichè molti dei suoi racconti sono già diventati film o cortometraggi. Quindi ero curioso di cosa avrebbe proposto… e si trattava di una piccola sceneggiatura tratta dal suo racconto “l’inquietante nottambulo”. Dopo qualche rimaneggiamento e con qualche modifica, abbiamo iniziato le riprese a Gennaio 2022.  

Dott.trash: Quello che mi ha stupito della “Tigre…” è l’alto livello di splatter cosa un po’ insolita per un thriller indipendente, volevate spingere sull’acceleratore della violenza?

Pincini: Si, lo splatter è uno dei sottogeneri con il quale sono cresciuto, è grottesco, divertente, innocuo e liberatorio. Mi riferisco chiaramente alle pellicole di Romero e Landis, dove è chiaramente associato a metafore o alla pura esagerazione. Lo splatter diventa disturbante quando è associato a cose più reali, come le torture, il sadismo fine a se stesso. Ma uno zombi rompiscatole? Un combattimento fuori dagli schemi con un villain? Quello si che fa tifare il pubblico! Il problema, e anche il motivo del perchè si usa poco nei prodotti indie, è nella difficoltà nel trovare un luogo adatto da sporcare, oltre a creare/comprare il sangue finto…

Dott.trash: Il vostro è un assassino molto classico, guanti neri, rasoio, armi da taglio volevate omaggiare i vecchi gialli all’italiana?

Pincini: Si, l’intento del mediometraggio era omaggiare la nostra città (Ancona) ma soprattutto il maestro Dario Argento. Ciò non toglie che ci siamo ispirati un po’ a tutto, da Fulci a gli horror americani, fino a quelli spagnoli come “Pieces” 

Dott.trash: Definiresti “La tigre…” un thriller “provinciale” come i vecchi gialli italiani?

Pincini: Secondo me è un giallo che verso il finale sfocia nello slasher, ma dove sta esattamente il confine? Insomma, se racconto una trama dove in un luogo x avviene un omicidio e qualcuno si ritrova a indagare, trovandosi nel finale di fronte ad un killer che ha mietuto diverse vittime…cosa ti ho raccontato? Profondo rosso, Psycho o Venerdì 13?

ott.trash: Hai girato altri film o questo è il tuo esordio?

Pincini: Ho iniziato a girare nel 2009 insieme ad un amico, ne è uscito “…And they Came“, 70 minuti di fritto misto che salta dall’action, all’horror, allo splatter e allo scifi senza ritegno. Avevano 19-20 anni. Poi ho collaborato ad un action:”Shadow bastards“, quello che è rimasto solo un trailer “Rest in pieces” e da quando ho conosciuto la mia attuale compagna (circa nel 2012) abbiamo girato diversi corti, come “Hidden inside“, e fan movies: “Scream”, “Nighmare”, “Evil dead”, “Leatherface”, “Silent hill”, fino al 2017 con “Halloween” li mi ero preso una pausa, ma nel 2020 ho realizzato un piccolo video musicale per una band i “The killz“. Nel mezzo ho curato una pagina facebook dove consiglio film horror e lavoro al mio canale you tube dove carico tutto ciò che monto, compresi i piccoli video-report delle varie convention horror o gli incontri con attori e registi di genere.

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