DEMON DRIVER INTERVISTA CON FEDERICO TADOLINI

AUTORE: FEDERICO TADOLINI

CASA EDITRICE: SHATTER

Cari amici vi presento questo libro di Federico Tadolini, un’opera interessante che riguarda uno dei registi più innovativi in circolazione, il danese Nicolas Winding Refn, il libro di Tadolini scava a fondo nella filmografia e nella vita del regista raccontandoci aneddoti sulla sua vita e sui suoi primi passi nel mondo del cinema per poi analizzare i suoi film: “Driver”, la saga di “Pusher”, il famoso “Neon demon” ed il bellissimo “Only gods forgives” con un piccolo spazio dedicato anche ai suoi documentari ed esperienze televisive.

Ma adesso facciamo quattro chiacchere con l’autore:

Nicola W. Refn

Dott.trash: Parlaci della genesi del libro, e della collaborazione con Nico parente

F. Tadolini: Dunque, Nico Parente lo conoscevo già come scrittore, ovvero anni fa lessi il suo saggio sul film L’esorcista e quello sugli Shark movie. Conoscevo anche la sua casa editrice Shatter, perché lessi il saggio su Rob Zombie. Il libro Demon Driver su Nicolas Winding Refn, è nato tramite una proposta che mi ha fatto Nico, mi presi due giorni di tempo per scrivere una scaletta con tutti gli argomenti che avrei affrontato e parlato nel libro e riuscii a convincerlo . Poi come tutti i lavori, avevo una data di scadenza per la consegna. Devo dire, che Parente e lo staff di Shatter hanno svolto un ottimo lavoro di revisione e i consigli che mi hanno dato si sono rivelati giusti. Comunque già che ci sono, ti voglio lasciare anche una news succulenta, abbiamo deciso di proseguire la nostra collaborazione con un saggio sul cinema di Eli Roth.

Dott.trash: Nelle prime pagine metti in evidenza il carattere dissacratorio e provocatorio delle opere di Refn, quali sono le cose che più ti affascinano della sua arte? Lo definiresti un provocautore?

F. Tadolini: Di Refn mi affascina la caratterizzazione che riesce a dare ai suoi personaggi, a mio modo di vedere rappresentano in pieno “l’essere umano” in tutta la sua imperfezione, piena zeppa di lati oscuri ma anche sospinto da passioni. Pensa al protagonista di Drive e anche al poliziotto di Only God Forgives. Mi affascina parecchio anche la perfezione della tecnica, che riesce a soppiantare anche costruzioni narrative che non sempre sono fruibili a tutti, basta pensare a The Neon Demon. Mi piace riflettere, essere portato a pensare e i suoi due unici film che sono riuscito a godermi al cinema ovvero Only God Forgives e The Neon Demon, mi fecero scervellare per parecchio tempo, aspettando in gloria l’uscita in dvd per potermeli rivedere e capire finalmente il film. Poi, ho affrontato tutta la filmografia del regista, per arrivare alla conclusione che Refn non va capito, fa parte dei grandissimi autori che devono essere “vissuti”, ti devi abbandonare alla sua poetica, alla sua filosofia, alla sua estetica. No, non lo definirei un provocatore, da Refn non vedrai mai un’uscita fuori dai binari durante qualche festival come Lars Von Trier, non leggerai mai una dichiarazione shock oppure qualche fuga di notizie di eccessi vari. Refn vive nel suo mondo composto dalla moglie di cui è inseparabile e dalle figlie. Il suo modo di provocare è fare cinema alla sua maniera, destrutturare i codici dei generi e affrontarli alla Refn. Nei suoi film non ci sono mai shock visivi gratuiti, verissimo che alcuni dei suoi lavori sono parecchio violenti, però è tutto ben bilanciato.

Dott.trash: Nel capitolo: Nicolas W. Refn il predestinato scrivi una cosa interessante: dobbiamo scindere fra mestieranti ed autori, a tuo avviso nel periodo d’oro del cinema d genere in Italia pensi ci fossero più mestieranti o più autori?

F. Tadolini: Bella domanda, e colgo l’occasione per parlarti anche di un saggio cinematografico che ho scritto di recente, ovvero “Il cinema horror italiano dagli anni settanta agli anni novanta. Quando gli artigiani, si fecero autoripubblicato dalla casa editrice Senso Inverso. Sicuramente in Italia, abbiamo avuto più mestieranti che autori, però non dimentichiamoci mai che Mario Bava, Dario Argento, Lucio Fulci ce li invidiano in tutto il mondo, e che sono autori che vengono studiati e venerati soprattutto all’estero. Ma il termine artigiano, ovviamente non lo considero affatto dispregiativo, anzi vorrei ricordare anche il grandissimo Aristide Massaccesi, alias Joe D’Amato, lui dal mio punto di vista è stato un formidabile mestierante, riuscendo a passare dall’horror, al thriller, e addirittura al porno, ma sempre confezionando film col suo stile, con la sua fotografia caratteristica. Il fatto che abbia scritto un saggio su Refn, non vuol dire che non mi possa piacere anche il cinema di puro intrattenimento, ho una ricchissima videoteca composta anche da tantissimi splatter, quelli che la gente comune definisce “film brutti”, idem per gli Sharknado di cui sono un patito

Dott.trash: Sempre nel capitolo sopracitato affermi che “Pusher” è un film grezzo e a basso budget ma questo suo essere grezzo e sporco sono anche i suoi punti di forza, credi che il valore di un vero autore si noti anche nel fatto di riuscire ad esprimersi appieno anche con un budget ridotto?

F. Tadolini:  Il fatto di avere un grosso budget, non vuole assolutamente dire che farai un buon film, anzi ci sono registi tra cui inserisco il maestro John Carpenter che preferiscono assolutamente lavorare con piccolissime produzioni, senza avere le major intorno. Più basso è il budget, e maggiore è la libertà artistica.  Visto che mi hai citato Pusher, ti voglio fare un esempio pratico, guarda la versione di Refn e confrontalo direttamente con quello americano tra l’altro prodotto dallo stesso Refn. Poi parlando sempre di remake, confronta il Suspiria di Dario Argento con la versione di Luca Guadagnino. Tutti e due i film, non avevano bisogno di un remake, però Guadagnino è un ottimo regista, e soprattutto una persona intelligentissima, ovvero ha fatto la sua versione di Suspiria, e tra l’altro facendo recitare una grandissima attrice come Tilda Swinton, che garantisce sempre notevoli punti in più.

Dott.trash: Parli anche di “Fear x“un film che per molti è un passo falso nella filmografia di Refn, pensi ci siano dei punti di contatto fra Fear x e Pusher?

F. Tadolini:  Inizio col dire che a me Fear x è piaciuto, e aggiungo anche parecchio… le persone che conosco e anche gente che lavora nel settore del cinema, lo detesta, eppure cosa ci posso fare? È un film che mi affascina parecchio, ha atmosfere molto Lynchiane, un grandissimo attore come John Turturro, e una bella storia. Il primo film dove Refn ha iniziato veramente a sperimentare e ad uscire fuori dalla sua Danimarca. Confermo, fu un flop allucinante, e riuscì a risollevarsi con Pusher 2.

Dott.trash: Una parte del tuo libro è occupata dalla trilogia di Pusher ed affermi che benchè si tratti di una trilogia i cui film sono legati fra loro sono comunque fruibili anche singolarmente dagli spettatori che non hanno visto un precedente capitolo, qual’è secondo te fra i tre film quello che più rappresenta la poetica di Refn?

F. Tadolini: Questo fa parte della genialità di Refn, se guardi attentamente i personaggi principali dei tre film appaiono tutti nel primo capitolo. Il boss Milo, Tonny. In questi tre capitoli, che ripeto possono essere visti singolarmente anche partendo dal terzo capitolo, Refn ha fatto una grande operazione di scrittura, riuscendo a caratterizzare al meglio anche personaggi “deboli e vuoti” come Tonny ( protagonista del secondo capitolo), facendo proprio perno sulla sua debolezza. Pensa soprattutto all’inizio nella scena memorabile in cui è in una stanza con le due prostitute e non riesce nemmeno a concludere l’atto sessuale. Stiamo parlando di un perfetto idiota eroinomane, detestato da tutti compreso il padre, che ha messo incinta una prostituta, che lo definisce “l’unico coglione che non è riuscito a venirmi sulla pancia”, eppure ci affezioniamo a lui. Rispondendo alla tua domanda, il terzo capitolo, dal mio punto di vista rappresenta al meglio l’estetica di Refn: brutale, cinica, e senza speranza, però il tutto mescolato al “romanticismo nero” del regista danese.

Dott.trash: È interessante l’analisi che fai dei vari personaggi presenti nei film di Refn, sembra un vero creatore di anti-eroi, personaggi che spesso usano la violenza come mezzo di emancipazione o a fin di bene (in un certo senso) come in “Drive” pensi che Refn sia portatore di un nuovo tipo di eroi molto distanti da quelli del cinema più mainstream?

F. Tadolini:  Certo, nella maniera più assoluta. Refn ha saputo costruire una nuova “generazione” di anti- eroi, che già esistevano basta pensare a Travis di Taxi Driver, però lui è riuscito a incasellarli al meglio in un’estetica “pop” che mai prima d’ora si era vista. Pensiamo a Valhalla rising, ma anche e soprattutto a Drive e a Only god forgives. Tu ti affideresti ad un poliziotto che applica la legge del taglione? Driver il protagonista di Drive, è semplicemente uno psicopatico che riesce per la prima volta nella vita a conoscere l’amore, però vive sempre di eccessi di violenza, senza mai redimersi.

Dott.trash: Come hai vissuto il 2020? Parlaci dei tuoi progetti

F.Tadolini:  Il 2020 è stato un anno terrificante, per i filmmaker indipendenti può essere visto anche come un Non ritorno, ovvero i festival ci sono, ma in forma ridotta, che vuole semplicemente dire che se già prima non c’erano tante persone interessate ai cortometraggi, figuriamoci adesso. Per il resto ho scritto parecchio, ovvero il saggio sul cinema horror per la casa editrice Senso Inverso, poi ho scritto con te durante il lockdown Maniac Madness, un libro di racconti che ci siamo autoprodotti. Ho inserito quei sette racconti, che sono talmente estremi, che sono sicuro nessun editore sano di mente, mi avrebbe accettato. Poi, ho partecipato a due concorsi letterari ovvero Oceano di Carta sempre per la casa editrice Senso Inverso, e anche uno inerente il periodo del lockdown per Letteratura horror. Ho voluto dare continuità al primo racconto, What a wonderful world, semplicemente scrivendo anche il seguito What a wonderful world again!. Ora sto finendo di scrivere il libro su Eli Roth, e parteciperò a tre concorsi letterari con scadenza fine ottobre- novembre: ovvero Halloween all’italiana per letteratura horror, Brivido per la casa editrice Filigrana che ha tema principale il Noir, e anche un concorso inerente un racconto che ha come tema principale l’amore. Tutto, comunque affrontato alla mia maniera.

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