BITTERSWEET RAINBOW INTERVISTA CON BERTOSSI

REGIA: LUCA BERTOSSI

ATTORI: MICHELE MASCI, SARA ALZETTA, LEONARDO DE SIMONE, ELISABETTA CANCELLI 

GENERE: SENTIMENTALE-DRAMMATICO

ANNO:  2021 

Bittersweet Rainbow” è il nuovo lavoro di Bertossi regista solitamente dedito al genere horror che qui cerca atmosfere molto diverse, una storia intensa che affronta un tema attuale, la paura di mostrare al mondo il proprio orientamento sentimentale, Bertossi scrive e dirige una storia drammatico-sentimentale, ambientata in un microcosmo provinciale, una provincia che talvolta soffoca. L’atmosfera è sospesa nel tempo a tratti onirica come nel caso del lungo rallenty al party dove tutti ballano, e dove nasce la storia d’amore fra due ragazzi.  Protagonista è Niccolò un ragazzo gay triste  e solitario che ormai vive di ricordi c’è il Niccolò del passato allegro e spensierato e quello del presente triste e malinconico, il ragazzo decide di tornare dopo molto tempo al suo piccolo paese d’origine dove troverà molti cambiamenti ad attenderlo, avrà modo di ricordare gli eventi che lo hanno segnato e di affrontare i fantasmi del suo passato compreso un difficile rapporto col padre, facendo i conti anche con tragici eventi che hanno contribuito al suo allontanamento.

“Bitter…” è un cortometraggio pieno di poesia, già dall’incipit la voce fuori campo del protagonista ci catapulta in un universo molto intimo sottolineato da una musica malinconica e delicata, siamo difronte ad atmosfere autunnali con l’elemento delle foglie ingiallite spesso presente, le foglie che cadendo si rinnoveranno sono il simbolo per eccellenza del cambiamento, un cambiamento certo non privo di dolori, la musica (firmata Simon Hurts) è quasi sempre presente diventando un elemento irrinunciabile per l’atmosfera del film, quindi una musica che si fa quasi personaggio accompagnando il protagonista come fosse un vecchio amico che è venuto a prenderlo già alla fermata del bus visibile nell’incipit. Bertossi scrive, monta e dirige un lavoro che non vuole essere forzatamente strappalacrime piuttosto cerca di mettere in scena in maniera poetica un tema  di attualità come la discriminazione dei gay unendolo ad una riflessione amara sul tempo che passa e cambia luoghi e persone.

Il momento catartico dell’inizio della storia d’amore inizia con una ripresa in prima persona ed una tenda che si apre (come fosse il velo dei ricordi) sulla sequenza al rallenty di una festa fra amici, non ci sono dialoghi, solo giochi di sguardi e primi piani sulle persone danzanti, una sequenza molto onirica, un vero e proprio momento catartico, il cuore di tutto il film. La fotografia sembra concentrarsi sui colori autunnali, le foglie, il cielo, gli alberi indugiando su dettagli ambientali tutti pertinenti all’atmosfera che il regista vuole trasmettere, Niccolò non è un ragazzo straordinario ma il tipo qualunque, non è un eroe anzi dimostra che la sua mancanza di coraggio lo porterà a conseguenze tragiche quindi è un personaggio col quale ci possiamo facilmente identificare probabilmente a cause proprio delle sue mancanze. Il montaggio è sempre molto rilassato, senza scossoni facendoci assaporare senza fretta alcuna ogni sequenza, il dialogo fra Niccolò e la sua vecchia amica sulla collina è un altro momento in cui si esplicita il significato del film: le cose cambiano ed insieme ad esse anche luoghi e persone, probabilmente Niccolò assume anche i contorni di una figura metaforica, quella dell’impotenza degli uomini davanti ai cambiamenti dell’ambiente circostante come un’astronauta di ritorno da un pianeta lontano che trova la terra stravolta.

Adesso è il momento di approfondire i diversi aspetti del film parlando col regista:

Dott.trash: Ciao Luca, parlaci del tuo nuovo lavoro, sembra si discosti molto dalle tue ultime uscite, come mai la scelta di trattare il tema dell’amore gay?

Bertossi: Come nei cortometraggi precedenti non mi interessa di trattare temi semplici, cerco sempre di parlare di qualcosa di veramente interessante e che possa dare un messaggio a livello sociale. La scelta di trattare il tema dell’amore gay deriva direttamente da questo. Poi ero ispirato a trattare una storia drammatica, d’amore e che parli del tempo e di come cambiano le persone e allora mi sono buttato e ho scritto e realizzato questo progetto.

Dott.trash: Parlaci della scelta del titolo, tradotto suonerebbe più o meno come “arcobaleno dolceamaro” è forse un riferimento all’arcobaleno simbolo del movimento gay?

Bertossi: Il titolo inizialmente era “Homecoming” però poi abbiamo voluto dargli un’identità più precisa e quindi è nato “Bittersweet Rainbow” su suggerimento di Massimo Bocus ed Elisabetta Cancelli, miei fidati collaboratori. Il titolo è proprio un riferimento all’arcobaleno simbolo del movimento gay, ma in generale alle gioie e ai dolori che la vita dispensa, con diverse sfumature, a tutti. Sia le gioie che i dolori vanno affrontati a testa alta e con coraggio, per poter dire di avere vissuto una vita piena

Dott.trash: Spesso proponi delle atmosfere rarefatte e dilatate come nel caso del rallenty nella sequenza del party dove i due ragazzi si appartano per baciarsi, inoltre nel film sembra esserci uno scontro fra presente e passato ad esempio quando la madre cita i “vecchi tempi” alla sequenza successiva vediamo le foglie secche in strada simbolo classico dell’autunno potremo dire che “Bitter…” è anche un film sullo scorrere del tempo e sui cambiamenti che esso porta con se?

Bertossi: Ho iniziato ad adorare le scene a rallenty molto rarefatte ed emozionali da qualche tempo, era da tanto che volevo girare una scena del genere. La scena della festa è la scena che preferisco nel cortometraggio, quella dalla quale è nato tutto, come l’amore tra i due protagonisti. Altro tema del corto è la nostalgia del passato e lo scorrere del tempo che cambia le persone, come le foglie autunnali nella scena “onirica” delle foglie degli alberi arancioni. Non è altro che una metafora del passare del tempo e della malinconia che vive il protagonista in quel momento. La madre dice “i vecchi tempi” ed è una cosa molto personale per me, che ultimamente ho incominciato ad avere una grande nostalgia della mia infanzia e delle persone che non ci sono più.

Dott.trash: Niccolò a mio avviso è un personaggio triste solitario che vive di ricordi, riesce bene a dare l’idea di un personaggio profondo e sensibile, com’è nata la vostra collaborazione?

Bertossi: La collaborazione con Michele Masci è nata in una maniera molto singolare: Lorenzo di Lello, che avevo conosciuto sul set del primo film di Carlo Fusco, mi ha proposto proprio Michele, che una volta letta la sceneggiatura ha manifestato con convinzione il suo gradimento sulla stessa. Abbiamo fatto un video provino e ho subito capito che la parte era sua, era esattamente come l’avevo immaginato durante la scrittura della sceneggiatura. 

Dott.trash: Nel tuo film  ci sono diversi livelli di “scontro” con cui Niccolò è costretto a misurarsi col padre, con gli amici e col suo stesso fidanzato, una storia d’amore forzatamente clandestina che Niccolò non vive alla luce del sole per mancanza di coraggio ed una certa dose di paura, pensi che il tuo film metta in luce una cosa paradossale come la paura di esprimere liberamente il proprio amore, la mancanza di coraggio e le sue conseguenze?

Bertossi: Il film mette in luce la paura di esprimere il proprio amore, che è indotta dalla società in cui viviamo, in cui ancora molte persone non riescono ad accettare le persone diverse da un certo standard al quale si è abituati, ma la verità è che siamo tutti unici e ognuno è interessante per quello che è, e non c’è bisogno di discriminazioni.

Dott trash: Presenterai “Bettersweet…” in qualche concorso? Pensi in futuro di cimentarti nuovamente col genere sentimentale?

Bertossi: Sono in contatto con un’importante casa di distribuzione di cortometraggi e film, e con loro capiremo la strategia adeguata per i festival. In ogni caso penso di fare altri cortometraggi di questo genere anche perché così posso variare di più tra horror e dramma. Anche se in realtà mi piacerebbe realizzare un lungometraggio il prima possibile.

Comments
  • Sabina Barbetti
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    Bertossi come sempre dimostra di saper fare il suo lavoro . Tratta argomenti diversi tra loro e riesce a coinvolgere lo spettatore …e le riprese che fa sono molto professionali . Si nota la passione che mette in tutto . Molto bravo . Ho visto diversi lavori da cortometraggi a video musicali ed altro mi piace moltissimo come lavora

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