WHEN EVIL LURKS

REGIA: DEMIAN RUGNA

ATTORI: EZEQUIEL RODRIGUEZ, DEMIAN SALOMON, SILVINA SABATER, LUIS ZIEMBROWSKI  

REPERIBILITÀ: ALTA

GENERE: ESORCISTICO

ANNO:  2023

Questo esorcistico dell’argentino Demian Rugna (“Terrorizzati”, “Satanic hispanics” un horror antologico, “Cursed bastards” quest’ultimo assieme a Fabian Forte) è sicuramente un film che vuole uscire dal classico (e talvolta asfissiante) schema nel quale molti film di questo genere si incastrano: preti, lotta bene vs male, e una netta divisione fra buoni e cattivi. In un futuro prossimo l’esistenza delle possessioni è ampiamente riconosciuta e gli indemoniati vengono trattati alla stregua di pericolosi portatori di virus, i fratelli Yazurlo trovano il cadavere di un “pulitore” addetto all’eliminazione degli indemoniati nei pressi della loro fattoria e vogliono vederci chiaro. Presto scoprono che il loro vicino Uriel è vittima id possessione così lo portano il più lontano possibile dalla loro zona affinchè il morbo non si propaghi, ma un incidente durante il tragitto gli farà perdere l’indemoniato posizionato sul retro del pick up, l’incubo ha inizio. “When evil…” è un film che non fa sconti a nessuno dove non ci sono innocenti e il male assume le sembianze di un morbo pestifero, si parte subito in quarta con effetti gore molto realistici (a cura di Marcos Berta) a cominciare dall’incipit in cui nella boscaglia viene ritrovato un corpo diviso a metà, e l’appestato numero uno non è il solito posseduto che si dimena nel letto ma un fetido grassone putrescente dal corpo in disfacimento. Nella prima metà del film la scenografia è composta da paesaggi agresti, lande sperdute dove la legge non risponde più alle richieste dei cittadini e dove ognuno è abbandonato a se stesso, troviamo personaggi grezzi, ignoranti e attaccati in modo quasi morboso alla loro terra che è tutto ciò che hanno. Si tratta di un ambiente agreste con prevalenza di sequenze girate in esterni, Rugna ha un modo di girare molto all’americana, facendoci notare come ha ben appreso la lezione del buon cinema horror a stelle e strisce trapiantato però in Argentina, Rugna dimostra di essere uno dei nomi più interessanti del panorama horror argentino, un regista capace e con una buona tecnica. Le sequenze horror sono cariche di una violenza molto realistica e d’impatto come dimostra la scena dell’uccisione della capra e dell’orrore che ne segue, con una morte originale fatta di colpi d’ascia autoinflitti in pieno volto, sequenze che disturbano lo spettatore a dovere non lasciandogli scampo, quello di Rugna non è uno splatter fine a se stesso ma una violenza di impatto visivo che sa bene dove andare a colpire.    Il film ha forse qualche momento un po’ morto nella parte centrale fatto di dialoghi un po’ ripetitivi ma tutto sommato si mantiene sempre su livelli discreti, un film in cui la paura arriva con ondate improvvise come nel caso dell’aggressione dell’animale domestico ai danni della bambina, una scena semplice ma di grande impatto emotivo che lascia col fiato sospeso anche lo spettatore più distratto. Gli attori sono tutti ben diretti nelle loro parti, Rodriguez e Salomon sono perfetti nelle vesti dei rudi campagnoli, Ziembrowsky è l’elemento destabilizzante, che spinge gli altri ad agire ma anche lui tirando le somme è un rozzo campagnolo superstizioso. Silvina Sabater è Mirtha l’elemento riflessivo del gruppo, tutti come ho detto sono molto dentro la loro parte. Anche il montaggio è ben bilanciato non assisteremo mai a sequenze frenetiche o confusionarie ma  Lionel Cornistein  dosa bene il montaggio rendendo scorrevole ogni sequenza. A ben guardare il film non ha una trama molto articolata ma una forza visiva abbastanza marcata soprattutto nelle scene dove la violenza esplode, un film che gioca bene le sue carte, con un buon ritmo, ben recitato e con scene di sangue d’impatto, un esorcistico diverso dal solito che merita una visione.

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