
REGIA: ROBERT COLLECTOR
ATTORI: MICHAEL PRAED, CATHRINE MARY STEWART, JAMES AVERY
REPERIBILITÀ: MEDIA
GENERE: FANTAHORROR
ANNO: 1987
“Nightflyers” è un fanta horror sui generis di fine anni ’80 per la regia di Robert Collector (“Red Heat”, “Believe in me”) la storia è tratta da un libro dello scrittore statunitense George R. R. Martin e vede una spedizione scientifica di biologi, scienziati e personale dotato di poteri esp attraversare lo spazio a bordo della nave Nightflyer alla ricerca di una misteriosa fonte di vita che emana segnali dallo spazio. Ma il computer di bordo si rivelerà essere qualcosa di più di un sofisticato macchinario e perchè Royd l’enigmatico capitano della nave si mostra agli altri solo come un ologramma? Che relazione c’è fra lui è il computer di bordo? Riuscirà il nostro equipaggio a sondare i misteri spaziali verso i quali è diretto? Il film è uno strano fanta horror dai toni scuri e dai dialoghi purtroppo un po’ verbosi in diversi frangenti, inizialmente c’è una presentazione didascalica dei personaggi i quali non mostrano molte
sfumature ma tendono a restare un po’ ingessati nelle loro parti, la regia di Collector non brilla per particolare originalità ma si limita a fare bene il suo lavoro, classica regia da B movie americano anni ’80. C’è un buon uso delle luci che crea interessanti contrasti fra il chiaro e lo scuro rendendo gli interni dell’astronave in viaggio un posto misterioso e questo tipo di illuminazione tendente al blu scuro è il marchio fotografico del film che perdura per tutta la sua durata, c’è un’atmosfera cupa e una tematica molto misteriosa e originale che parò scivola spesso nella pretenziosità e in dialoghi lunghi e abbastanza tediosi, sono rari i momenti splatter, il regista cerca di puntare più sull’atmosfera tranne sporadici momenti in cui lo splatter irrompe come nella cruda sequenza dove un laser trancia in orizzontale una faccia separando cranio e mandibola, un’ottima sequenza molto gore. Misteriose…” è sicuramente un fanta horror che esce dai soliti schemi proponendo tematiche interessanti tuttavia una sceneggiatura lenta e una
sovrabbondanza di dialoghi lo rendono spesso noioso e poco scorrevole ma la seconda parte è sicuramente quella dove c’è più azione, dove la sceneggiatura vira verso un impianto più visivo e meno astruso concentrandosi sull’equipaggio e la sua lotta contro la madre-computer mostrando anche l’essenza del misterioso Volcryn. Il tema del computer che diventa minaccioso suona come un
tardo riferimento al capolavoro di Kubrick (“Odissea nello spazio”) citato in salsa B movie e in modo un po’ stucchevole, Il capitano che si manifesta tramite un ologramma è una figura enigmatica, quasi un’entità ultraterrena che fa conoscenza con gli altri passeggeri e interagisce con loro solamente tramite la tecnologia olografica, appare come un essere solitario, triste e un po’ aristocratico e risulta essere uno dei personaggi più profondi e interessanti con le sue speranze e le sua malinconia. “Nightflyers” a potenzialità non completamente espresse (troviamo anche interessanti tematiche come la telepatia) alternando buone idee ad uno svolgimento lento e a dialoghi prolissi, il tutto unito a diversi tempi morti e poco splatter, elemento questo che abbinato alla sinistra astronave avrebbe decretato un maggiore apprezzamento della pellicola che purtroppo si perde nelle sue velleità accart0cciandosi su se stessa, finendo per essere un fanta horror atipico che non riesce ad andare oltre la sufficienza nonostante delle premesse molto buone.
