REGIA: JEAN ROLLIN
ATTORI: CAROLINE CARTIER, URSULE PAULY, OLIVIER ROLLIN
REPERIBILITÀ: MEDIA
GENERE: HORROR, GROTTESCO, WEIRD
ANNO: 1970
Il nome di Jean Rollin non dovrebbe suonare nuovo agli appassionati di horror anni ’70, il regista francese (scomparso nel 2010) a partire dal 1958 ci ha lasciato una filmografia enorme, i suoi horror sono film molto particolari, caratterizzati da un atmosfera irreale e un marcato erotismo. All”epoca i suoi film furono osteggiati dalla critica non abituata a certi tipi di atmosfere e commistioni così particolari di generi, un regista che indubbiamente ha avuto una sua personalissima visione dell’horror, un autore riconoscibilissimo che purtroppo dagli anni ’80 in poi (complice forse anche il rinnovamento delle tematiche e dei modi di girare)ha avuto un inesorabile e immeritato declino. Un modo di girare e concepire l’horror e l’erotismo non dissimile da quello di Jess Franco, un amore per le atmosfere oniriche e i ritmi lenti e riflessivi, “La vampira nuda” narra la vicenda del giovane Pierre (Olivier Rollin, fratello del regista) che scopre una setta sanguinaria guidata da una figura molto vicina a lui, il giovane inizierà a indagare scoprendo una sconcertante verità. Si nota subito l’atmosfera surreale tipica del regista con personaggi che indossano strane maschere bestiali e fa caolino un certo simbolismo pseudo esoterico, i personaggi spesso indossano abiti strambi come le domestiche del giovane Pierre agghindate in modo assurdo a metà strada fra un’antica divinità egizia e un’opera d’arte vivente, le acconciatura strambe ritornano anche nel balletto della danzatrice che sembra una divinità orientale vestita di una rete trasparente coi capezzoli a punta. C’è sempre questo erotismo conturbante che è comune a registi come appunto Jesus Franco, sottolineato sempre da una musica lounge talvolta un po’ inquietante, vengono mostrati corpi femminili con le loro forme eccitanti, la cinepresa si sofferma spesso e volentieri su particolari corporei scatenando un istinto voyeuristico nello spettatore. Le scenografie sono sempre molto curate cercando di stupire costantemente lo spettatore con luoghi insoliti, talvolta sontuosi, altre volte elegantemente inquietanti, spesso con un aura un po’ magica, la storia è semplice e diretta, lo stile di regia è sobrio e bilanciato con un montaggio lento e chiaro che permette di apprezzare sempre ogni sequenza. Si tratta di un film che potrà piacere amanti delle vecchie atmosfere anni ’70 atmosfere fatte di un cinema ormai dimenticato ma pregno di idee, un’opera che piacerà agli amanti di certe atmosfere alla Jess Franco ma che difficilmente potrà essere capito e assimilato dalle nuove generazione
cresciute con tutt’altra idee di horror e cinema. L’erotismo è sempre presente e le donne sono protagoniste assolute con i loro corpi, che siano nude o vestite di vesti trasparenti o abiti strambi con reggiseni assurdi sono loro le figure dominanti in questo film e sono anche indubbiamente figure ricorrenti anche nell’intera filmografia “Rolliana”. La vampira è interpretata da Caroline Cartier attrice purtroppo prematuramente scomparsa anche qui sempre sexy e usata come vampira atipica, perchè questo di Rollin non è il solito vampire movie ma un opera in cui il senso della figura del succhiasangue viene in qualche modo stravolto a favore di una soluzione insolita, poi c’è il protagonista Pierre interpretato dal fratello del regista Olivier Rollin è il personaggio del bravo ragazzo ma troppo curioso, la sua curiosità lo porterà a scoprire verità inaspettate, il suo è quasi un percorso iniziatico verso una verità sconcertante. Michel Delehaye è il capo della setta, una scelta azzeccata data la sua faccia dall’espressione così ambigua, attore e critico cinematografico visto anche in un altro film di Rollin “Violenza a una vergine nella terra dei morti viventi” attore che fu addirittura scelto dal maestro Bertolucci in “Ultimo tango a Parigi” per una sequenza poi eliminata e nel ’64 (il suo esordio) prese parte anche a “Bande à part” di Godard col ruolo di un portinaio, insomma un tuttofare adatto sia per piccoli ruoli con grandi registi sia a incursioni in b-movie horror. Per chi vuole immergersi in atmosfere retrò francesi raffinate e un po’ cerebrali ma anche per i curiosi che vogliono riscoprire vecchi B movie bizzarri questo film sarà un piccolo gioiello da riscoprire.