REGIA: DICK RICHARDS

ATTORI:CATHERINE HICKS, STEPHEN MAC HATTIE, A.WILFORD BRIMLEY

REPERIBILITÀ: BASSA, non esiste al momento una versione dvd italiana, solo una vhs piuttosto rara della CIC Video

GENERE: SLASHER/THRILLER

ANNO:1982

DISTRIBUZIONE ITALIANA: CIC video (vhs)

MOMENTI CLOU: 1)LA SCENA DEL CAMPER 2)LA SCENA AL RISTORANTE 3)L’ARRIVO DELLA MISTERIOSA MACCHINA DORATA 4)L’INCONTRO DI BILLY CON L’ASSASSINO AL VILLAGGIO WESTERN

 Dick Richards è stato un regista e fotografo un po’ sfortunato, fu rimpiazzato da Sydney Pollack per dirigere il famoso “Tootsie” facendosi così sfuggire l’occasione di dirigere un cult, dimostrò di essere un degno regista col suo film di maggiore successo: “Marlowe poliziotto privato”. Con questo “Death Valley” si addentra in territorio slasher, e il tentativo a mio parere non è completamente riuscito, anche se il cast era piuttosto buono, infatti troviamo Peter Billingsley, una sorta di bimbo prodigio del cinema americano che qui ha un ruolo di primo piano, in futuro diventerà produttore esecutivo di film come “Iron Man”. Poi troviamo Catherine Hicks  in uno dei suoi primi ruoli da protagonista, qui è la madre del piccolo Billy e recita piuttosto bene, molti la ricordano per il ruolo di “Annie” nella serie tv “Settimo Cielo”.

Stephen Mac Hattie è un grande attore che abbiamo visto in “History of violence”, “Highlander”, “Beverly Hills Cop 3”. Quindi come cast siamo messi bene, ma il film a mio parere dopo una buona partenza cala di tensione nella sua parte centrale infatti a differenza di tanti altri slasher in cui muore un personaggio dopo l’altro, qui abbiamo un ritmo molto più blando dove inizialmente si punta su una sottile tensione, infatti per i primi 40 minuti abbiamo davvero poco sangue sotto gli occhi. La regia ci accompagna nell’arido paesaggio della Death Valley fatto di pietre grigie, sedimenti di sale e sole cocente, popolato da personaggi ambigui dove si muoveranno il piccolo Billy e sua madre (ovvero Peter Billingsley e Catherine Hicks) con Mike il nuovo compagno della donna (interpretato dal grande Paul Le Mat “American Graffiti”, “Stranger Invaders”, “Puppet Master”.

In questa vacanza Mike cerca con scarso successo di instaurare un rapporto con Billy ma il bimbo soffre per la separazione dei genitori. Buone le riprese della Death Valley, e la fotografia che in questo frangente si rileva discreta, l’azione poi si sposta su 3 camperisti i quali saranno la prima carne da macello per l’assassino in una scena piuttosto feroce dove il classico coltello da cucina apre le gole dei malcapitati. Purtroppo però le scene di sangue non abbondano ed il regista dimostra una scarsa fantasia nel guidare il modus operandi dell’assassino dato che le vittime vengono uccise quasi sempre tagliando loro la gola. Questa scarsa fantasia contribuisce a far calare l’interesse verso questa pellicola perchè il bello degli slasher (Venerdì 13 docet) è proprio vedere in che maniera il killer ucciderà via via le sue vittime e naturalmente ci aspetteremo che questo sia fatto nel modo più fantasioso possibile.

Il piccolo Billy durante un giretto solitario entra nel camper del delitto e ruba un ciondolo a forma di rana, in una sequenza ben fatta e carica di tensione in cui la cinepresa si muove lentamente in un crescendo facendoci poi sobbalzare con un espediente semplice ma efficace. Buono il modo in cui il regista rende interessante la banale scena del ristorante grazie al piccolo Billy che si meraviglia nel vedere un sacco di persone con ciondoli dello stesso stile del suo. Ma la scena del ristorante presenta una battuta del cameriere che si rivela una chicca a doppio senso: “Billy, come lo vuoi l’hamburger?” “Al sangue”, battuta fantastica ed in linea col genere slasher. Intanto un inquietante automobilista sembra muoversi per le strade della “Valley” a bordo di un’auto (credo una Cadillac, non mi intendo di auto, preferisco gli zombi…) dorata con fori di proiettile sulla carrozzeria. La polizia ritrova il camper del delitto e Billy sarà costretto a restituire il ciondolo allo sceriffo Barry che si reca da Stew lo strano cameriere che col fratello è in cerca di oro nella valle, incurante del fatto che il prezioso metallo sia esaurito da anni.

Arriviamo poi alle sequenze nel villaggio western (le solite cose da turisti), qui assistiamo a scenette un po’ evitabili ma è qui che Billy incontrerà il pericoloso assassino che gli spara con una pistola vera fingendo di essere uno dei cowboy figuranti. Come ho detto l’azione e la sceneggiatura si afflosciano nella parte centrale e la qualità del film ne risente inoltre dobbiamo aspettare un bel po’ (troppo) prima di rivedere il killer all’opera, avrei preferito degli omicidi più fantasiosi ed in maggiore quantità, nel finale il ritmo si risolleva ma anche se si arriva alla sufficienza preferisco slasher al più alto tasso di sangue.

Il piccolo Billy

La cadillac dorata in un disegno di Billy

Il villaggio western

Dick Richards il regista

 

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