LA CREATURA DEL CIMITERO

REGIA: RALPH S. SINGLETON

ATTORI:  DAVID ANDREWS, KELLY WOLF, 

REPERIBILITÀ: ALTA

GENERE: HORROR

ANNO:  1990

Gli anni ’80 sono stati anni indimenticabili per il cinema horror, un periodo magico dove sono usciti molti capolavori ma anche gli anni ’90 non sono stati da meno (“Misery non deve morire”, “Tremors”, “Aracnofobia” solo per citarne alcuni) ed in mezzo a tutte queste perle questo discreto B-movie basato su un racconto di Stephen King (“Graveyard shift”) , tuttavia dobbiamo precisare che non tutti i film tratti dai grandi romanzi di King sono all’altezza delle aspettative, comunque non è il caso (almeno non del tutto) di questo discreto animal horror americano. “La creatura…” ha una sceneggiatura semplice che scorre bene per tutta la sua durata: una azienda tessile (nei pressi di un cimitero) di una piccola cittadina ha problemi di derattizzazione, lo scontroso Warwick (Stephen Macht) assume John Hall (David Andrews) un ragazzo un po’ sbandato in cerca di un nuovo lavoro assieme ad una squadra di disinfestatori per ripulire l’ambiente dai pestiferi topi. Tuttavia ben presto emergerà una realtà inquietante. I personaggi principali sono ben caratterizzati, David Andrews è lo spiantato in cerca di riscatto un protagonista che è il classico eroe per caso, con la sua faccia dall’espressione di ghiaccio si rivela una buona carta da giocare, Stephen Macht è il corrotto capo Warwick personaggio torbido e viscido reso con una buona interpretazione,  Brad Douriff offre la migliore interpretazione, il suo laido Tucker è un personaggio psicotico e sporco, un vero killer di topi. L’ambientazione è piuttosto interessante, fatta di stanzoni sporchi, muri incrostati e sporcizia ovunque, un ambiente che riflette anche in qualche maniera la personalità di alcuni dei disinfestatori persone rozze e sporche di periferia trasmettendo anche un certo senso di claustrofobia. C’è posto anche per una piccola love story con Kelly Wolf  (“Margaret”, “A day in october”, “Oltre la vittoria”) che interpreta Jane, una ragazza di provincia dalla vita grigia, anche se devo dire che il seppur piccolo elemento della love story era evitabile in un contesto come questo, risultando un elemento superfluo. Le sporche scenografie sono efficaci nel ricreare un ambiente umido, sporco e tetro,  si cerca il piu possibile di mostrare la creatura come sorpresa finale per stupire lo spettatore, cè parecchio splatter nel finale con effetti tutti artigianali e piuttosto realistici. Un degno b-movie senza troppe pretese ideale per serate spensierate.

 

 

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