LA VENDETTA DEL VAMPIRO (EL MUNDO DE LOS VAMPIROS)

REGIA: ALFONSO CORONA BLAKE

ATTORI: MAURICIO GARCES, ERNA MARTHA BAUMAN, SILVIA FOURNIER

REPERIBILITÀ: MEDIO-BASSA, SI TROVA IN DVD EDITO DALLA SINISTER FILM

GENERE: VAMPIRE MOVIE

ANNO: 1961

DISTRIBUZIONE ITALIANA: SINISTER FILM

La Vendetta del vampiro (El mundo de los vampiros) è un film messicano edito (in Italia) dalla grande Sinister film, il cui titolo originale non è stato rispettato dai soliti distributori italiani che gli hanno affibbiato questa “vendetta” (che fortunatamente almeno nella trama è presente) in maniera piuttosto sbrigativa e grossolana. Il film si apre con il classico vampiro che si alza dalla bara, per poi andarsene in giro per i sotterranei del castello. Notiamo subito una messa in scena molto curata nelle scenografie (complice l’elegante bianco e nero) fatte di arredi antichi, angoli polverosi, pipistrelli e ragnatele in bella vista. Il conte Subotai (il vampiro) si mette a suonare un sinistro organo (la musica qui è un elemento di rilievo nella trama) fatto di canne ricavate da ossa umane e ornato di teschi (anche qui i dettagli sono molto curati), la musica che egli suona funge da “sveglia serale” per i suoi aiutanti-vampiri, è interessante notare che ogni vampiro si desta da una “postazione” diversa. Questi aiutanti sono resi con maschere grottesche che fanno un po’ sorridere (consideriamo però che è un film anni 60…) e la messa in scena è ornata dall’immancabile nebbia che esalta il tutto. La trama è molto semplice: il conte Subotai è l’ultimo discendente di una famiglia di vampiri che nell’antichità stava per conquistare il mondo, (le trame dei vecchi horror contengono spesso ingenuità, ma sono ugualmente molto simpatiche, tanto da far provare un forte senso di nostalgia) quando un umano appartenente ad una casata rivale gli rovina la festa. Il conte Subotai vuole dunque vendicarsi sui discendenti di questa casata (un vecchio e due ragazze) e continuare la guerra all’umanità. Non manca nemmeno la solita vergine in catene pronta al sacrificio su di un altare in pietra con tanto di fiaccole accese e circondata da vampire. Subotai scopre dove si nascondono i discendenti della casata nemica grazie ad un espediente originale: utilizzando la ragazza in catene come via medianica. L’azione poi si sposta ad una festa (dove conosceremo i protagonisti) in un salotto borghese  in cui Rodolfo dà spiegazioni pseudo scientifiche sugli effetti di determinate melodie su umani ed animali, qui farà la sua sinistra entrata il conte Subotai con un’entrata molto di stile, guardando i presenti con occhi di ghiaccio. Molto retrò (vista con occhi odierni) la scena in cui una ragazza si accorge che Subotai non si riflette nello specchio. Buona anche la sequenza in cui Rodolfo suona una melodia che dà fastidio al conte, grazie ad un gioco di sincronismi viene resa bene l’idea di un crescendo di intolleranza del non morto alla musica suonata. Questa cosa della musica è molto originale, finalmente un film dove non ci sono le solite croci e aglio a dar fastidio ai non morti, ma delle note (che nel film si dice siano usate in Romania) per tener lontani i vampiri. Il vampiro qui proposto è molto classico, tenebroso e aristocratico, nonché accalappiatore di fanciulle e dotato del potere di tramutarsi in pipistrello. Non manca neppure il maggiordomo freak, una figura ricorrente in questo genere di film (qui non c’è il solito Renfield stokeriano). Si nota anche una certa cura ( anche se non eccelsa) nella scelta delle inquadrature e nella disposizione delle luci che messe nei punti giusti creano le amate “ombre lunghe” care ai film vampirici (soprattutto nella scena in cui Leonora si alza come una sonnambula al richiamo psichico del conte). La musica fa il suo onesto mestiere con gli ovvi crescendo nei momenti di maggior spessore. Anche Rodolfo rischierà di diventare un servo di Subotai, e alla fine ci sarà lo scontro finale fra il protagonista e Subotai aiutato dai suoi vampiri comandati da una musica sinistra suonata dal conte stesso. In definitiva cari amici, un film per chi ama le vecchie atmosfere, con alcune ingenuità ma nel complesso gradevole.

I sotterranei del castello del conte

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