LA LUNGA NOTTE DI VERONIQUE

REGIA: GIANNI VERNUCCIO

ATTORI: CRISTINA GAJONI, JEANINE, LUCIA LOMBARDI, ALEX MORRISON, WALTER POZZI, ALBA RIGAZZI

REPERIBILITÀ: ULTRA RARO

GENERE: GHOST STORY

ANNO: 1966

DISTRIBUZIONE ITALIANA: COSMOVIDEO-MERCURFILM

 

Nel cinema italiano non sono molti i film che possono definirsi “ghost story“, soprattutto quando ci riferiamo al panorama cinematografico degli anni 60, sicuramente “La lunga notte di Veronique” è stato uno dei primi esempi italiani in quest’ambito. Peccato che questo film sia caduto nell’oblio più totale divenendo letteralmente introvabile per lo spettatore medio, non esiste infatti nessuna edizione DVD, solamente una rara (e piuttosto costosa) versione VHS della Cosmo video, casa di produzione ormai estinta da anni, della quale non sono riuscito a trovare alcuna notizia (se qualcuno ne sa qualcosa può scrivermi in privato). Il regista Gianni Vernuccio è stato attivo anche in ambito documentaristico girando dal 1942 al 49 cinque documentari, e la sorte volle che il nostro si trovasse nel 45 a piazzale Loreto a filmare il cadavere di Mussolini e di altri gerarchi. Nella sua carriera tocca il cinema di genere in varie occasioni con “Le avventure di Cartouche“, “Il tesoro del Bengala” e “Gli amanti del deserto“, dimostrando di cavarsela bene con i film d’avventura, poi sarà il turno di: “Un amore” con Rossano Brazzi in cui Vernuccio si cimenterà con il genere “sentimentale”. “La lunga notte di Veronique” oltre ad essere l’unico film horror della sua filmografia è anche il suo penultimo film, in cui si avvale dell’attrice Cristina Gaioni, discreta attrice anni ’60 che prese parte a numerosi film come “L’assassino“, “Ursus“, “Il figlio dello sceicco” e tanti altri. Alba Rigazzi invece è l’attrice protagonista,  questa sembra essere la sua unica apparizione nel mondo del cinema, è stata sicuramente più famosa come valletta e interprete di fotoromanzi. La componente gotica del film si fa notare più nelle atmosfere che nelle scenografie, in quanto il castello del conte non sembra zeppo di ragnatele, anfratti bui, e armature in bella vista come vorrebbero i canoni del genere gotico, ma in compenso c’è una discreta cripta e un bel parco che nasconde (sotto terra) vecchi segreti. Il protagonista è Gianni Bernardi, un giovane che recatosi in un monastero apprende la notizia della morte dei genitori adottivi in un incidente. La madre gli lascia una lettera in cui lo prega di recarsi dal conte Anselmi, il quale dovrà rivelargli alcune cose circa la sua famiglia d’origine. Il ragazzo si reca così dallo sconosciuto parente il quale inizialmente lo tratta in malo modo (credendolo un approfittatore) dicendo di non avere nessun nipote. Successivamente il giovane scopre la storia di sua madre (figlia del giardiniere del conte Anselmi) e la sua triste storia d’amore con Alberto, figlio del conte che era partigiano durante la guerra e che subì un tradimento che lo fece arrestare dai tedeschi. Una sera il giovane partigiano trova una strana presenza in casa, una giovane ragazza dall’aria spettrale che lo avverte di essere in pericolo (una figura goticheggiante, con tanto di candelabro in mano, molto classica…). Il Conte crescerà il bambino che  la fidanzata del figlio aspettava come fosse suo, successivamente Gianni scopre che nella cripta vi è anche la tomba di Veronique, cugina del conte, una bella ragazza morta in giovane età. Il legame fra il conte e suo nipote si rafforza, ma un giorno Gianni incontra una strana ragazza di nome Veronica di cui si innamora, la quale sembra essere apparsa dal niente. La casa però è un covo di vipere, la governante e il suo amante bramano i soldi del conte. Cosa nasconde Veronica, la ragazza che sembra essere piombata dal nulla nella vita di Gianni? Perchè una misteriosa presenza tormenta il vecchio conte? Si risolverà tutto in un tragico finale malinconico che concluderà i suoi ultimi minuti nella tetra cripta di famiglia dove il conte dovrà fare i conti col passato. Nel film ci sono richiami simbolici come ad esempio la ragazza che prende un passaggio dal carro funebre, o la misteriosa foto fatta sviluppare dal conte che reca una strana luce, la testa della vecchia bambola ritrovata nel parco. A mio parere è un vero peccato che quest’opera sia stata dimenticata, spesso infatti sono state editate in DVD ciofeche orribili, mentre tanti vecchi film sono caduti negli scantinati del cinema, da cui solo pochi appassionati li hanno ripescati. Un film da recuperare ma di difficilissima reperibilità, in cui dramma e ghost story vanno a braccetto.

 

Una scena del film:

 

 

 

 

 

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