BENVENUTI TRA NOI BY FEDERICO TADOLINI

 

    BENVENUTI TRA NOI

Stati uniti 1950

 

La scuola stava terminando, come tutti gli anni ero stato il primo della classe.

Gli insegnanti si stupivano perché solo all’età di sedici anni, già sapevo quello che avrei voluto fare da adulto: lo scrittore.

Con la scrittura potevo viaggiare in altri mondi, costruire nuove storie e personaggi.

Erano racconti brevi perlopiù incentrati su mostri gelatinosi provenienti da altri pianeti, l’anno scorso quel simpaticone di Orson Welles ci aveva spaventati tutti con la trasmissione radio sulla guerra dei mondi, ma nonostante fosse appurato che si trattava di uno scherzo ci furono anche altri avvistamenti di oggetti volanti non identificati e si diceva che un alieno caduto sulla terra, fosse stato catturato e rinchiuso in una base militare nel deserto , venne chiamata area 51 e venne sottoposto ad esperimenti vari.

Ogni mercoledi della settimana con la paghetta riuscivo a comprarmi l’ultimo numero di tales from the crypt, il fumetto che preferivo : un misto di fantascienza e orrore.

Nel mentre ero assorto nella lettura entrò mio padre nella stanza

“cosa stai leggendo? Non ti avevo detto che non volevo vedere questa roba in casa ? perché non fai come ti dico io?”

“babbo , ma è solo un fumetto “

“solo un fumetto? Guarda che schifo: mostri , alieni, donne nude, sangue , è un vero e proprio schifo!”

“ora dove lo porti?”

“lo butto nella spazzatura e spegni la luce, vai a dormire”

“ma babbo…..”

“zitto , o ti riempio di schiaffi !”.

La mamma era fuori dalla stanza, non sapeva mai come reagire di fronte alle sfuriate di mio padre

“non ti sembra George di aver esagerato?”

“deve fare quello che gli dico, non voglio queste schifezze in casa “

“ma sono innocue, poi l’hanno detto anche gli insegnanti, dobbiamo assecondarlo , Stephen ha del talento”

“che vadano a rovinare la vita dei loro figli, ci vuole della disciplina, che inizi a fare un po’ di sport come i ragazzi della sua età e cominci a correre dietro a qualche ragazza! Ora basta, andiamo a dormire!”.

Tutte le volte era così: non riusciva ad accettare il fatto che non ero come gli altri, non gli piacevo, ma anche lui non piaceva a me, per lui esisteva solo il football e il bowling e basta.

Non avrei voluto diventare come mio padre, dovevo seguire il mio istinto , realizzare i miei sogni e mai nessuno doveva interferire nella mia vita.

Mi misi a dormire visto che la mattina seguente era l’ultimo giorno di scuola e ci sarebbe stata la tradizionale partita di football.

Tutto ad un tratto venni svegliato da un fortissimo bagliore all’esterno e mi affacciai alla finestra: un grosso fascio luminoso si stava posando piano piano dentro al bosco.

Gli uccelli stavano fuggendo nella direzione opposta, poi tutto ad un tratto la situazione tornò normale.

Mi rimisi a letto anche se non riuscii più a chiudere occhio, immaginandomi storie di fantascienza da cui avrei potuto prendere spunto.

La mattina seguente dopo aver fatto colazione, andai a scuola cambiando direzione: passai per il bosco dove notai immediatamente una grande quantità di uccelli morti in terra col becco aperto come se avessero voluto avvertire gli altri dell’imminente pericolo.

Accanto al corpo degli animali vi erano una moltitudine di vermetti di colore bianco e rosso mai visti prima che si stavano cibando delle loro carcasse.

Andai più avanti e venni immediatamente colpito da un senso di inquietudine, avevo fatto quel percorso decine di volte, ma questa volta mi sentivo a disagio, come se fossi spiato da qualcosa o da qualcuno.

Vidi delle grandi striature sul terreno , come fossero bruciature, non vedevo l’ora di arrivare a scuola per parlarne con Steven il mio unico amico.

Anche lui era un emarginato come me, schifato da tutti per la sua obesità e per la passione verso tutto ciò che era macabro.

Io scrivevo i racconti, lui amava disegnare e ci sapeva veramente fare, eravamo cresciuti insieme e quando ci rimaneva qualche spicciolo i nostri luoghi di ritrovo erano l’american dinner dove io prendevo coca cola, un milk shake alla fragola accompagnato ad un superbo waffel con succo di acero canadese mentre lui si ingozzava con schifosi ed unti panini .

Oppure andavamo al vecchio cinema della Paramount dove lavorava suo fratello che ci faceva entrare anche se il film non era adatto a noi.

Ricordo il Dracula con Bela Lugosi, l’invasione degli ultracorpi, Blob, ci divertivamo come pazzi .

Lo trovai davanti l’ingresso con indosso degli strani occhiali multicolore.

“Ma siamo già nel periodo di Halloween?”

“sono occhiali in 3d non vedi?”

“dove li hai comprati? Fammi provare !figo…”

“erano inclusi in questo fumetto”

“non sai cosa mi è capitato stanotte!”

“cosa ti sei sognato una majorettes nuda ?”

“scemo, sono stato svegliato da un grosso fascio luminoso fuori dalla mia finestra”

“poi è arrivato il dottor Quatermass?”

“continua a fare lo scemo! Stamani sono passato per il bosco e c’erano un mucchio di uccelli morti per terra e bruciature sparse sul terreno”

“quindi cosa dovrei fare?”

“niente, ho capito è tempo perso, andiamo in classe dai”.

“Non te la prendere, lo sai che mi piace scherzare”

“sei il solito che prende tutto a ridere”

“ma dai, ho capito, dopo la scuola andiamo a fare un salto nel bosco così sei contento e mi fai vedere le cose”

“non sei obbligato a venire”

“dai.. non mi tenere il muso, ti regalo il fumetto con gli occhialini in 3d, pace?”

“pace , fratello”.

Steven era così: gli piaceva ridere e prendere le cose sottogamba ma gli volevo un gran bene.

Entrammo nell’aula dove c’erano già i giocatori di football col ciuffo impomatato e il loro giubbotto imbottito a prendere di mira le ragazze.

Mentre stava passando , uno di loro Billy il capitano rifilò un violento schiaffo sulla nuca di Steven che per poco non andò in terra.

“Guardate il maiale non si regge in piedi, ma quanto sei grasso lurido porco?”imitando il verso del maiale.

Cercai di difenderlo “ dai Billy lascialo stare”.

“Zitto! Nessuno ti ha chiesto niente, fatti i cazzi tuoi!”.

Nel mentre entrò il signor King “tutti a posto ragazzi! Ordine! Come ben saprete oggi è l’ultimo giorno di scuola e per festeggiare questa ricorrenza abbiamo organizzato stasera la tradizionale partita di football di fine anno e la cena all’american dinner.

Ovviamente dovrete venire tutti, compresi voi Steven e Clive vero?”

“Certo professor King verremo!”.

“Bene ragazzi , la lezione di oggi verterà su Abraham Lincoln”.

Nel mentre il professore parlava, Steven mi passò un foglio dove aveva disegnato Lincoln in versione vampiro che combatteva contro George Washington in versione cannibale.

Quel racconto era veramente geniale.

Terminata la noiosissima lezione impugnammo le nostre biciclette per dirigerci verso il bosco.

“Seguimi ti porterò nella zona del bosco dove ho visto quelle cose”

“oddio me ne ero quasi dimenticato , andiamo”.

Mentre stavamo pedalando con voce esitante mi chiese :” ma in classe non ti sei accorto di niente?”

“che anche stamani ti hanno picchiato?”

“idiota, no , che Susan mi stava fissando”

“certo nei tuoi sogni”

“no, questa volta è vero, mi sono girato un paio di volte e lei mi stava guardando”

“scordatela, lo sai che le associazioni funzionano così?”

“così come?”

“lei è stata la reginetta della scuola negli ultimi due anni, Billy è il capitano della squadra di football, loro sono nati per stare insieme.. ora hai capito l’associazione?”

“non può stare con uno stronzo del genere, non me lo posso spiegare”

“fattene una ragione, la tua associazione è con Mary: occhiali a fondo di bottiglia, capelli unti”

“un giorno o l’altro Susan sarà mia”

“va bene dai , siamo arrivati , proseguiamo a piedi”.

Appena varcata la soglia del bosco venni colpito immediatamente da quella sensazione di oppressione della mattina: mi sembrava di essere spiato da qualche entità.

Continuammo a camminare finchè giungemmo nella zona dell’atterraggio, le carcasse degli uccelli erano quasi state mangiate completamente , mentre i vermi erano aumentati di numero e sembravano anche parecchio più grossi.

Avanzavano lentamente verso di noi come se avessero captato la mia vibrazione di paura.

Indietreggiai schifato da quella moltitudine di esseri striscianti con una forma imprecisata, mentre Steven iniziò a ridere : “ma cosa fai? Hai paura di questi vermi?”.

Nel mentre parlava si chinò per prenderne uno, alla minima vibrazione gli si appiccicò alla mano come se fosse un tutt’uno con la pelle quasi come a divorarla facendo schizzare copiosamente il sangue.

Iniziai a gridare ma i vermi lo attaccarono anche alle gambe facendolo cadere e si inserirono nelle orecchie e nel naso.

Fuggii immediatamente dirigendomi verso casa mia dove trovai mio babbo seduto sulla poltrona nel salotto intento a guardare la partita di football

“babbo, quelle creature del bosco hanno ucciso Steven….hai capito?”.

Diedi uno scossone alla poltrona per svegliarlo ma dal naso e dagli orecchi fuoriuscirono i vermetti che lo stavano divorando dall’interno.

Andai al campo di football, in mezzo alla gente sarei stato al sicuro.

Arrivato allo stadio, la parata era già cominciata, le majorettes stavano già facendo i loro stupidi balletti.

Guardando sugli spalti cercai di notare qualcuno che conoscessi per potergli parlare di quanto stava accadendo, ad un certo punto con la coda dell’occhio notai Steven che stava parlando con Susan.

Corsi a perdifiato verso di lui: “ Steven amico mio ti sei salvato?”.

Mi accennò un mezzo sorriso “ma di cosa stai parlando’”

“dei vermi, oggi pomeriggio, come hai fatto a sopravvivere?”

“ma leggi meno stronzate! E ora non vedi che  ho da fare con la ragazza? Dai sparisci!”.

Era notevolmente cambiato, non portava più quegli stupidi occhiali giganteschi che aveva sempre e esibiva un carattere molto aggressivo.

Quando mi allontanai vidi che stava toccando i capelli di Susan, la strinse a sé baciandola.

Billy dal campo assistette alla scena e corse verso Steven cercando di colpirlo con un pugno.

“Lascia stare la mia ragazza sfigato”.

Steven parò il pugno senza problemi e lo mise in ginocchio con una forza inaudita.

“Chi è lo sfigato tra noi due? Sai che da oggi cambieranno tante cose?”

“lasciami , mi stai rompendo la mano”.

“Dicevo , cambieranno tante cose vero?”

“cosa vuoi da me ? la mano .. me la stai rompendo!”

“tu non dovrai più guardare questa ragazza, lurido verme che non sei altro”

“va bene, prenditi questa lurida troia”.

“Oh così non sei educato con la signorina” e gli sferrò un violento calcio in bocca facendogli saltare tre denti e schizzando di sangue tutto il pavimento.

Alcune persone videro la scena e andarono in soccorso di Billy.

Prontamente Steven strattonò Susan e vidi che la condusse verso i bagni dello stadio.

Li seguii, volevo vedere cosa era diventato il mio vecchio amico.

Entrato nella hall del bagno percepii immediatamente quella sensazione che avvertii nel bosco: ovvero di essere spiato da qualcosa .

Sentii parlottare dentro ad un bagno” Steven, non lo dovevi picchiare così”

“zitta piccola, ti faccio vedere chi è un vero uomo”

“stai correndo troppo , non sono quel tipo di ragazza che si concede subito la prima volta”

“zitta e girati troia!”

“come mi hai chiamata bastardo!!”

“girati troia” e le rifilò un violento pugno.

Susan gridò, quando all’improvviso tornò il silenzio e da sotto la porta uscì un grosso scroscio di sangue.

Mi feci coraggio e con una spallata sfondai la porta.

L’immagine era raccapricciante: Susan era ridotta ad un torso umano mentre Steven sopra di lei di spalle continuava a cibarsi delle sue interiora.

Quando si accorse di me si girò di scatto: al posto degli occhi aveva due minuscole fessure color rosso fuoco, spalancò la bocca ed uscirono una moltitudine di vermi che avanzarono velocemente verso di me.

Scappai immediatamente, nella corsa travolsi il bidello che era venuto allertato dalle urla .

“Maledetti teppisti!”

Noncurante della mia fuga precipitosa entrò in bagno: “uscite fuori, ragazzi cosa state facendo? Vi fumate gli spinelli?”

Aprì la porta del bagno e venne immediatamente aggredito dai vermi che lo divorarono iniziando dalla faccia ed ingrossando a vista d’occhio mano a mano che lo mangiavano.

Non sapevo più dove andare, ogni luogo non era più sicuro, uscii nella tribuna ma non c’era più anima viva.

Dove erano finiti tutti quanti? Ma certo dovevo mantenere la calma e l’ordine mentale.

All’american dinner, per celebrare la fine della stagione sportiva e di quella scolastica.

Perlomeno in mezzo a tante gente c’erano meno pericoli, presi la bicicletta, arrivai davanti al locale, mi venne da piangere pensando a quante volte ero venuto con Steven prima che diventasse un mostro.

Entrai, c’era un gran chiasso con tipologie di clienti nettamente distinte: in un tavolo i giocatori di football che ancora festeggiavano la chiusura del campionato noncuranti di quello che era accaduto al loro capitano.

E in altri tavoli c’erano i reietti delle altre classi: Mary dai capelli unti, i nerds simili a me che leggevano in continuazione.

Io mi sistemai accanto a Mary che vedendomi sconsolato cercò di attaccare bottone : “ il tuo amico Steven ho visto che ha trovato compagnia”.

“si , ma l’hai più visto ?”

“bah , si starà intrattenendo nel parcheggio con Susan”.

Era riuscita a strapparmi mezzo sorriso.

“Clive domani andrai al drive in per la maratona di film?”

“se sono ancora vivo, mi sembra di vivere in un incubo”

“problemi a casa?”

“se ti dicessi cosa sta capitando mi prenderesti per pazzo”.

Nel frattempo arrivò la cameriera per l’ordinazione: “una coca cola, un hamburger e patatine fritte”.

Tutto sembrava regolare, il disco di Elvis Presley continuava a girare sul jukebox, i giocatori di football facevano il loro gran casino quando all’improvviso saltò la luce.

La vecchia playmoute in disuso improvvisamente accese i fari, si aprirono gli sportelli e uscì con un grosso boato di sorpresa da parte di tutti Steven.

Venne accolto da applausi scroscianti, ormai aveva conquistato la stima di tutti riuscendo a rubare la ragazza a Billy e poi quell’apparizione a sorpresa sembrava studiata apposta.

Non feci in tempo a mettere in guardia le persone che l’essere aprì la bocca espellendo una gran quantità di vermi che avanzarono lentamente verso le persone disgustate da quella scena.

Presi per mano Mary e la chiusi a chiave nel bagno.

Ormai era diventato impossibile fuggire, mi ricordai di un vecchio fumetto ai confini della realtà in cui gli invasori alieni erano sensibili a troppa esposizione della luce e si disintegravano con il fuoco.

Quindi bruciai un fascio di carta tenendo lontani i vermi e collegai l’alimentatore della luce alla presa elettrica amplificando al massimo la potenza.

I vermi si squagliarono velocemente riducendosi a brandelli, così come Steven che esplose in tanti pezzi di color verde ramarro.

Poi gridai preso dall’esaltazione : “ è tutto finito, stupidi bifolchi, chi è che legge troppi fumetti?”.

Mi sentivo come un eroe, il riscatto di tanti anni dove ero stato preso in giro e considerato come uno scemo.

Andai da Mary: “ puoi uscire ora, i vermi sono tutti morti..”

Non sentii risposta “Mary non aver paura, dai esci fuori…”.

Finalmente la porta si spalancò, mi trovai davanti ad una faccia completamente smorta, non capii immediatamente la situazione che lei aprì la bocca e mi vomitò in faccia i vermi.

L’orrore era appena cominciato.

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